07 ottobre 2009

Il ranking di Slam - parte III



Siamo entrati nella zona hot della classifica, scoprite chi si piazza dall'ottava alla quinta posizione...












Questa Virtus è composta per gran parte da gente che fatica, la classica “squadra operaia”, per cui i risultati arriveranno buttando le partite sul piano dell’agonismo. E coach Lardo sembra proprio l’allenatore giusto per far rendere questo genere di squadre. Dal mercato sono arrivati tre americani molto positivi la stagione scorsa: Moss è stato uno dei migliori del campionato, trascinando Teramo a una stagione aldilà delle più rosee aspettative; Hurd è un acquisto solido, oltre che un giocatore espertissimo di serie A italiana; Collins infine , quando rientrerà dall’infortunio, ha la possibilità di far vedere tutto il suo talento già più volte messo in mostra con la maglia di Ferrara. Nel frattempo grande attesa ricade sulle spalle Di Petteri Koponen, oltre che su quelle ben più robuste dell’esperto Scoonie Penn. Il finlandese, dopo un anno che ha lasciato con l’amaro in bocca, dovrà dimostrare al grande pubblico tutto il suo talento, dopo aver giocato molto bene in estate con la sua nazionale, 25 punti segnati contro la derelitta Italia di Recalcati, e durante le amichevoli precampionato. Fondamentale sarà anche l’apporto degli ormai veterani Vukcevic e Blizzard, ultimi superstiti della stupefacente Virtus Markovskiana.

L’estate virtussina è stata molto problematica. Sia gli infortuni, il più grave terrà Andre Colins lontano dal parquet per 4 mesi, che problemi di vario genere, Moss è volato in Usa per motivazioni personali saltando la Supercoppa, hanno costretto i pochi rimasti sani per tutta la preparazione agli straordinari. Se da un lato ciò ha permesso a tanti, l’esordiente lettone Sanikidze su tutti, di ambientarsi e trovare il giusto affiatamento con compagni e coach, dall’altro rischia di far cominciare la stagione a diversi giocatori già col fiato corto. Una grande incognita è poi quella del settore lunghi, dove LeRoy Hurd sembra essere l’unica sicurezza. Fajardo è un pretoriano di Lardo, un lottatore che conosce bene i campi italiani, ma difetta certamente in talento; Maggioli ha dominato gli ultimi campionati di Legadue, ma torna nella massima serie a oltre trent’anni, e dovrà essere molto bravo a scucirsi di dosso l’etichetta di giocatore molle e inadatto alla Lega A; Sanikidze infine è un punto interrogativo nel nostro campionato.

Il ligure Lino Lardo è forse la più grande certezza cui i tifosi virtussini si stanno aggrappando in questi ultimi giorni di preseason. I tanti ottimi risultati già ottenuti in una seppur breve carriera da capo allenatore e la sua capacità di creare gruppi “da battaglia” dovranno essere le fondamenta per la stagione bolognese.

I playoffs non saranno un obiettivo semplice, soprattutto visto il grave infortunio a Collins, che avrebbe dovuto essere playmaker e leader della squadra. Ma una società come la Virtus è obbligata a puntare in alto e in questo roster le qualità per arrivare tra le prime 8 dovrebbero esserci.

by Andrea Zunino










La seconda stagione consecutiva nella massima serie vede un netto cambiamento nel roster. Se lo scorso anno si era cercato di non stravolgere la squadra che aveva ottenuto la promozione dalla LegaDue, con le conferme di coach Frates, del portoricano Diaz, del veterano Frosini e del cecchino Larranaga, quest’anno si è deciso di ricominciare da uomini nuovi. A cominciare con la panchina dove siederà un guru della pallacanestro italiana come Pino Sacripanti. Nel ruolo di guardia è arrivato Timothy Jermaine Bowers, proveniente dall’ Hapoel Gerusalemme, con la quale ha registrato cifre notevoli: 15 punti e 4 assist di media, a dimostrazione delle ottime qualità anche come portatore di palla. Nel ruolo di ala piccola giocherà l’americano di origini nigeriane Ebi Ere, proveniente dal campionato australiano dove ha giocato nelle ultime due stagioni. Giocatore completo, sia interno dove sfrutta il suo notevole atletismo nelle penetrazioni, sia esterno con un ottimo tiro da fuori, che dovrà adattarsi ad una realtà molto diversa come quella europea. Ma l’elemento su cui fare affidamento sarà Jumaine Jones, di ritorno in Italia dopo la parentesi russa nell’ Ural Great Perm, viziata dalla squalifica iniziale per il doppio contratto firmato sia con i russi che con Milano. L’ex Cavs e Lakers garantisce fisicità e grandi doti realizzative ed occuperà il ruolo di ala forte. Il centro sarà il lituano Antanas Kavaliauskas, nelle ultime due stagioni in Grecia con Panionios e Kavala e dovrà garantire solidità sottocanestro. Il roster è completato dal play polacco Lukasz Koszarek, in evidenza agli ultimi Europei, dal nazionale canadese Doornekamp, che garantisce energia dalla panchina, e dai due esperti italiani Di Bella e Michelori.

La partenza del riferimento Diaz dovrà essere rimpiazzata da Bowers che dovrà garantire anche qualità di palleggiatore, caratteristica che non dovrebbe mancare all’ americano. Affidare completamente la cabina di regia al capitano Di Bella potrebbe essere un rischio vista l’ esuberanza a volte eccessiva del playmaker ex Virtus. Potrebbe avere minuti importanti Koszarek, apparentemente solido e dal buon tiro, ma il suo impatto è tutto da verificare. Il reparto lunghi funzionerà se l’approccio di Jumaine Jones sarà dedito al sacrificio in modo da non lasciare tutto sulle spalle di Kavaliauskas e del solo Michelori dalla panca (ci sarebbe pure Philip Martin come ultima riserva). Incognita sarà sicuramente l’adattamento dei vari Ere, Koszarek (ex Anwil Wloclawek, lega polacca) e Doornekamp (appena uscito dal college), provenienti da campionati troppo poco intensi e duri come il nostro.

Stefano “Pino” Sacripanti è uno dei più apprezzati coach italiani. Capace di tirare fuori il meglio da roster poco quotati e da giocatori emergenti, può essere la guida giusta per questa Juve Caserta. Dopo una vita a Cantù, viene da due discrete stagioni con Pesaro, culminate con la qualificazione ai play-off dopo anni di purgatorio. Quest’ anno dovrà concretizzare le aspettative di un’ altra grande piazza.

Le premesse per una grande stagione ci sono tutte, sono arrivati giocatori di grande talento, e uno dei migliori allenatori italiani. L’ obiettivo non troppo nascosto è un posto ai playoff, ma solo se la squadra riuscirà a non soffrire la pressione di una tifoseria esigente. C'è voglia di tornare a sognare dopo il miracolo targato Gentile-Esposito dell' ormai lontano 1991.

by Stefano D'Andreagiovanni










Forte dell’entusiasmo che si è creato attorno al basket dopo la semifinale playoff, Biella riparte per una nuova avventura che la vedrà impegnata anche in Europa. Sicuramente quest’anno presenta una squadra molto più esperta: a Smith e Garri si sono aggiunti Matteo Soragna e Pervis Pasco. Inoltre ha piazzato Il colpo di mercato con Fred Jones sul cui adattamento al basket europeo la società punta molto. Infine può vantare nel suo roster l’italiano più prolifico rimasto nel nostro campionato: Pietro Aradori!

Il paragone con l’anno scorso e la grande pressione(più esterna che interna) non saranno d’aiuto alla squadra; inoltre il fatto di giocare ogni 3 giorni potrebbe affaticare giocatori over30 come Smith e Soragna. Infine l’infortunio di Plisnic mette a nudo i difetti del reparto lunghi biellese: la mancanza di un vero 4. A ciò aggiungiamo che si dovrà procedere alla sostituzione temporanea del Serbo, alleggerendo quel poco di budget rimasto che sarebbe stato destinato all’acquisto di un vice-Smith nel caso Ona Embo e Chessa non fossero stati all’altezza del livello.

Bechi ha dimostrato di sposare la causa Biella alla perfezione e, il fatto di partecipare all’EuroCup, ha portato nuove motivazioni all’allenatore livornese. Abituato a lavorare con Cancelieri su squadre giovani, dovrà dimostrare di saper guidare anche un gruppo esperto. Il suo famoso run&gun l’ha reso uno degli allenatori più bravi in Italia, o per lo meno più prolifico: ora dovrà dimostrare di saper improntare un gioco più ragionato a una squadra molto diversa da quelle precedenti.

Nuovo palazzetto, nuovi sponsor, nuovi obiettivi: L’Angelico-Lauretana(sponsor in Europa ndr) Biella è sempre partita con lo scopo di salvarsi; in questa stagione invece la conferma di 3 giocatori come Aradori Smith e Garri, l’aggiunta di Soragna, l’acquisto di giocatori come Achara e Pasco e il gran colpo Jones, portano la squadra piemontese ad ambire ad un posto per i playoff, possibilmente evitando l’accoppiamento con Siena.

by Riccardo Giordano










Difficile dire se la squadra si sia rafforzata o meno rispetto all'anno scorso. Si è cercato di puntare su giocatori con esperienza in campionato (Tourè, Crosariol, Vitali e Minard) e/o in europa (Winston e Vitali), tra i quali non dovrebbero esserci prime donne né dovrebbero avere troppe difficoltà ad ambientarsi. La conferma dei due migliori giocatori dello scorso anno (Jaaber e Hutson) è sicuramente un segnale positivo da parte della società che, incoraggiata dalla licenza triennale di Eurolega appena ottenuta, sembra voler intraprendere finalmente un progetto. Sotto canestro ci si è rafforzati (difficile che Tourè e Crosariol facciano peggio di Brezec), mentre per quanto riguarda gli esterni, Ibby continuerà ad essere la prima alternativa offensiva ma ad aiutarlo ci saranno Winston, candidato a possibile sorpresa del campionato vista la sua preseason, e Datome, dal quale ci si aspetta un'annata da protagonista. Vitali è il primo playmaker decente da quando è partito Ukic, e dovrebbe essere in grado di dare all' attacco una marcia in più rispetto allo scorso anno.

Il problema più grande resta l'allenatore, discorso che però affronteremo dopo. Toti ha speso meno rispetto ad altre società e in effetti il mercato è stato molto meno scintillante di quello di Treviso, Milano o Pesaro, molto probabilmente quindi Roma dovrà ridimensionare i suoi obiettivi che prevedevano un posto assicurato tra le prime quattro. Come detto prima sotto canestro dovrebbe andare meglio, ma comunque il settore lunghi continua a non essere competitivo a livello europeo. Dei nuovi acquisti nessuno ha mai disputato una stagione veramente buona in una squadra ambiziosa (per Minard si tratta addirittura della prima esperienza). De La Fuente è rimasto, sarebbe uno spreco non utilizzarlo, ma a quanto pare non vedrà neanche il campo nel corso della stagione. Indubbiamente rispetto agli scorsi anni c'è meno talento e meno imprevedibilità in attacco. Escluso Datome manca inoltre un tiratore puro.

Gentile è il vero e proprio problema di questa squadra: l'anno scorso i suoi accoppiamenti difensivi (vedi De La Fuente su Gist) e le sue scelte su chi far giocare e chi no (vedi Douglas-Jennings) hanno permesso a Biella di vincere gara5 dei quarti di finale. In Eurolega ancora deve vincere e in campionato, se escludiamo il primo periodo, non ha fatto molto. Resta un grande motivatore, e non è da escludere che con un anno di esperienza in più possa fare meglio.

In realtà, col fatto che si è ottenuta la licenza triennale in Eurolega, non c'è un vero e proprio obiettivo. Certo, il pubblico si aspetta quantomeno una semifinale playoff giusto per fare bella figura. Il girone di Eurolega è proibitivo, e entrare tra le prime 16 sarebbe di per se un buon risultato.

by Tommaso de Cunzo


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