Ed eccoci nell'Olimpo della classifica, il ranking è al completo e le scommesse sono aperte. Godetevi il campionato, alla fine della stagione ci ritroveremo ancora qui, vedremo se il nostro è fantabasket o se la realtà ha superato le previsioni. Perchè nel basket è sempre meglio non dare niente per scontato finchè non suona la sirena dei 40'.
Enjoy the net!
Chiusa un'annata comunque soddisfacente, in Ghirada non si è fatto attendere il classico "repulisti" generale del roster, che però non è andato ad intaccare l'asse portante, formato da Neal, Wallace e Nicevic, della Treviso targata Mahmuti. Fuori Soragna, Rancik, Wood e Lorbek, dentro Hackett, Motiejunas, Martin, oltre al duo croato formato da Kus e Hukic. Il fantastico duo di lunghi passatori trevigiani sarà chiamato a dare una mano al giovane Danielino, quest'anno al primo appuntamento importante della sua carriera. Neal, giocatore dall'eleganza sublime e potenziale capocannoniere, sarà affiancato da un giocatore complementare come Cartier Martin, il cui fisico unito ai movimenti in post basso offrirà a coach Vitucci la possibilità di scompaginare le difese avversarie. La panchina è profonda e unisce alle solidità del duo croato, la giovinezza di Renzi e Motiejunas, osservato più che speciale dagli scout delle franchigie americane.
Cartier Martin, pur con caratteristiche diverse, rischia di ripetere l'epopea di DerMarr Johnson, ricordato in Ghirada più per le sue stravaganti (eufemismo) pellicce che per il suo impatto in campo. Altro grande enigma sarà la coesistenza tecnica tra il nucleo niggamericano (Neal e Martin, ma anche Hackett, che ha tutto da dimostrare come play ad alto livello) e quello croato (Kus, Hukic e Nicevic). Non sembra invece migliorata la grande lacuna dell'anno scorso ossia la leggerezza e lo scarso atletismo del reparto lunghi, dove l'unico turnover (Rancik-Motiejunas) non ha certo aumentato il tonnellaggio del reparto. Ma tutti questi discorsi potrebbero rivelarsi inutili se Neal non risolverà i suoi problemi di segnature lontano dalle mura amiche (6.3 punti di differenziale tra casa e trasferta), vero grande limite della Benetton mahmutiana.
Erano anni che Vitucci aspettava quest'occasione, per dimostrare che essere stato il "secondo" di coach del calibro di Messina, Blatt e Mahmuti è stato un merito più che una fortuna. Senza dubbio il nostro principale candidato per il titolo di Coach dell'anno.
Confermare il quarto posto della stagione scorsa è l'obiettivo minimo. La Coppa Italia, soprattutto se la preparazione atletica è stata programmata in modo tale da avere un picco a metà-fine febbraio, un sogno che si potrebbe avverare.
by Marco Baldoin e The Fire Bug
Il quintetto è di assoluto livello: al cannoniere e giocatore totale Hicks, Pesaro è stata in grado di aggiungere 3 giocatori che potrebbero fare la sua fortuna: Green, Williams (entrambi ex Avellino) e Sakota, figlio del Dragan fortitudino e giocatore dal tiro mortifero. Inutile dire che i 3 “nuovi” potranno integrarsi alla perfezione: il pick and roll fra i due Americani ha già dato i suoi frutti e il fatto che vi sia un giocatore (forse il miglior centro vecchio stampo del campionato) pronto a sfruttare l’intasamento in area crea teoricamente un vero rebus per le difese avversarie.
La panchina potrebbe essere il quid che rovina tutto il bel lavoro fatto dal quintetto: Shaw, Van Rossom, Tomassini e Flamini non sembravano all’altezza dei compagni. Sarà dura reggere l’impatto con corazzate come Milano, Treviso, per non parlare di Siena, dalle cui panchine escono giocatori in grado di fare la differenza.
Dalmonte, seguendo le orme di Pino Sacripanti, è approdato a Pesaro dopo l’esperienza a Cantù, dove è rinato dopo la parentesi negativa sulla panchina teramana. Probabilmente quest’anno ha la possibilità di giocare ad armi pari con tutte le squadre che puntano ai playoff.
Pesaro sembra esser tornata quella di un tempo, perciò è facile immaginare che i playoff siano l’obiettivo minimo. Molti addetti al lavoro la pongono, giustamente, addirittura fra le prime quattro. Attualmente solo Treviso, Milano e Siena sono superiori, con Roma e Bologna se la può tranquillamente giocare durante tutta la stagione.
by Riccardo Giordano
Il quintetto titolare è quanto di migliore si sia visto in Italia negli ultimi anni, sempre Siena esclusa ovviamente. Il p'n'r Finley (uno dei migliori playmaker "europei" nello splittare tra bloccante e bloccato)-Petravicius promette di regalare parecchie soddisfazioni ai supporter milanesi. Acker e Maciulis garantiscono punti e doppia dimensione offensiva, mentre Hall è l'uomo perfetto per integrarsi il cristone lituano. Il suo tiro servirà a liberare l'area per i giochi a due tra M&M's e le sue doti a rimbalzo difensivo copriranno le lacune del prodotto di South Carolina.
La rinuncia a Vitali, presentato dodici mesi fa come l'uomo della rinascita meneghina, lascia perplessi, soprattutto se si considera che al suo posto verrà impiegato Bulleri, uno che negli ultimi due anni è stato spedito (buttato sarebbe meglio dire) prima alla Virtus e poi a Treviso e che nelle ultime cinque partite prima del trasferimento nella Marca totalizzò 30 minuti complessivi. A prescindere da questo affaire, che sa molto di logiche interne di spogliatoio il resto della panchina non ha un vero uomo in grado di entrare in partita ed incendiarla. Mordente ha già ampiamente dimostrato l'anno scorso di essere prossimo all'ammazzaccaffè, Viggiano ha impressionato, soprattutto per le doti atletiche, l'anno scorso a Pavia ma non sembra ancora pronto per palcoscenici così importanti, Mancinelli è tutto da verificare come giocatore che deve riuscire a produrre tanto in pochi minuti e l'accoppiata Rocca-Beard, oltre a non essere affidabilissima dal punto di vista fisico (il primo l'anno scorso ha saltato tutti i playoff e durante la regular season sono più le partite giocate da acciaccato che quelle da "sano", il secondo ha disputato un quarto delle partite) rischiano di essere ormai inadeguati al ruolo di cambio di un giocatore che ha dimostrato di essere, come direbbero gli americani, foul prone.
La difesa, vera arma in più della Milano dell'anno scorso, è tutta da ricostruire e non sarà così facile, date le caratteristiche degli uomini a disposizione.
Detto francamente, per le sue qualità tecniche e mentali il massimo sembra averlo già ottenuto l'anno scorso e oltretutto i suoi secondi anni sono storicamente (Treviso, Roma, Napoli) un pò meno proficui dei primi.
Una finale giocata quantomeno alla pari e non come quella dell'anno scorso, dove l'unica partita veramente tirata fu gara-3. Con un pò di fortuna (e di preparazione atletica adeguata) il ratto della Coppa Italia potrebbe essere una missione possibile, dato che in quel periodo Siena programma il richiamo atletico in vista della seconda parte di stagione e quindi è nel pieno del picco negativo di forma.
by The Fire Bug
Scaricati Kaukenas e Finley, il primo ormai non più funzionale al progetto e alla prossima rifondazione, il secondo rivelatosi inadeguato (lui o il suo passaporto?) nel ruolo di prossimo McIntyre, al loro posto sono arrivati il miglior giocatore, senesi esclusi, delle ultime due stagioni e il playmaker più intrigante tra quelli un gradino sotto i mostri sacri del Vecchio Continente. Inutile elencare i punti di forza, potremmo limitarci a dire "tutto", le ultime tre stagioni cantano, ballano e suonano. Hanno tutte le carte in regola per entrare nella piccola storia cestistica italiana come l'unica squadra a fare percorso netto tra regular season e playoff (l'unica a riuscirsi in passato fu la Simmenthal, ma allora -1962/63- i playoff non esistevano).
Gli unici due nei potrebbero essere l'eccessiva attenzione rivolta all'Eurolega (vero obiettivo di un gruppo al canto del cigno) e l'assenza di Kaukenas, ovvero l'uomo capace, insieme a McIntyre, di inventare sempre e comunque qualcosa, vuoi con una penetrazione, vuoi con un tiro, vuoi con un fallo subito. Nelle giornate di scarsa vena del folletto della Carolina potrebbe sentirsi la mancanza del lituano, perchè Hawkins da questo punto di vista non è ai suoi livelli. Rimangono comunque sciocchezze di fronte all'immensità dell'Armata Biancoverde.
Un record W-L che supera abbondantemente il 90% parla per lui. Siena, la sua Siena, è un orologio cestistico che demolisce gli avversari ancora prima del fischio d'inizio e non si accontenta mai del compitino. Difesa granitica diretta come un'orchestra da Stonerook, dove anche storici pacifisti come Ksystof Lavrinovic si convertono all'importanza del lavoro nella propria metacampo, e un attacco che fa del movimento della palla, del tiro da tre e delle invenzioni di T-Mac il suo credo completano l'opera di una squadra cresciuta, dopo l'improvvisa e per certi versi inaspettata pesca miracolosa del 2006-07, settimana dopo settimana all'interno di un sistema che esalta il gruppo, non deprimendo le qualità del singolo.
Fa sorridere anche solo scriverlo: scudetto, senza se e senza ma. Se proprio vogliono sbocciare (in senso non botanico, ma bocciofilo) il percorso netto di cui sopra.
by The Fire Bug
Vuoi dire la tua su questo argomento? Ti aspettiamo sul nostro forum BASKET CONNECTION!
Nessun commento:
Posta un commento