Slam 2000, un'estate sotto canestro

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Non si vive di soli sogni. Chissà quante volte vi sarete sentiti ripetere questa frase. Beh, vi sorprenderà allora scoprire che credere nei sogni può cambiare la vita e fare di noi delle persone migliori.
Tutto è partito nell’estate del 1998, da un paio di scarpe da basket… e non solo in senso figurato: “Dreams make succesfull people” era il motto scritto sulle scarpe di Davide Ronca, autore del romanzo “Slam 2000, un’estate sotto canestro”, edito dalla Kimerik.
A partire da quell’estate e fino al 2000 Davide ha raccolto i suoi pensieri e le sue esperienze su di un diario. Qualche anno dopo nasce l’idea di condividerle e di lasciare un segno di quel fantastico periodo della sua vita, quasi come manifesto degli anni passati nei playground a giocare a basket con gli amici e a scoprire la vita con i suoi risvolti comici e con quelli più seri.

Così ha riunito le esperienze, cestistiche e non, ed è nato Slam 2000: una storia vera romanzata, in cui persone realmente esistite si mescolano con personaggi inventati e il sogno si fonde con la realtà, tanto che spesso è veramente difficile distinguere l’uno dall’altra.
Slam 2000 è ambientato in vari posti, ma perlopiù in Borgo Milano, a Verona, una zona periferica della città che comprende la zona stadio (e quindi anche la zona palazzetto) e numerosi complessi sportivi, soprattutto playground cestistici.
Giorno dopo giorno, dalla fine della scuola alla fine dell’estate, Slam 2000 si apre al lettore come una metafora della vita: in esso è rappresentata la crescita dei ragazzi, la lotta per la giustizia, la ricerca del vero amore, ma soprattutto ci sono grandi risate, perché si avverte sempre un messaggio positivo. I personaggi sono espansivi e intelligenti, ma soprattutto sono ragazzi “normali”, non sarà difficile riconoscersi in qualcuno di loro. Insomma, non sono certo teen-idol con complessi adolescenziali che troviamo perlopiù in televisione. Per dirla breve Slam 2000 è composto da personaggi che non si pongono i problemi inutilmente, bensì li affrontano e li vogliono risolvere.
Non va inteso come un romanzo sportivo, anche se il basket su Slam 2000 rimane un lifestyle (e quindi c’è sempre un alone cestistico), piuttosto si tratta di una storia sulla vita giovanile.
Il lettore si trova catapultato nelle avventure di quattro ragazzi che devono la loro amicizia alla passione per la pallacanestro. Nascono così gli Untouchables, la più forte squadra outdoor di Verona. Dopo alcune incomprensioni che porteranno alla divisione del gruppo, una ragazza di nome Maika arriva a Verona da Treviso. Lei, “malata” di pallacanestro, con testardaggine e dolcezza riuscirà a ricompattare il gruppo, dando il via ad un’estate piena di avventure e misteri, ricca di sfide epocali, profondi sentimenti e tante risate.
Slam 2000 è un racconto che unisce realtà e sogno, è una sorta di romanzo con l’anima di uno sceneggiato, è una storia che, su una base comica e sportiva, nasconde dei risvolti morali e filosofici. Non è diretto solo agli appassionati di basket, ma soprattutto ai profani di questo sport, è una “ballata” sulla gioventù, sulle speranze e sui sogni di una generazione: non va letto solamente con gli occhi, ma col cuore.
L’invito che Slam 2000 lascia ai suoi lettori è inequivocabile: credere nei propri mezzi e non mollare mai, anche quando il gioco sembra farsi troppo duro. La vita non è solo dolore, è anche gioia di vivere. Non bisogna mai rinnegare il proprio passato e bisognerebbe rimanere sempre un po’ ragazzini nel proprio cuore.
Chi non ha mai desiderato realizzare i propri sogni? E se vi dicessi che i sogni sono più belli quando si ripetono?
Questa è la chiave di lettura di “Slam 2000, un’estate sotto canestro”.
Le avventure degli Untouchables vi sembreranno un po’ le vostre se anche voi amate l’amicizia, le risate, l’estate, i buoni sentimenti. Certo, anche il basket. Ma non bisogna per forza essere cestisti per amare Slam 2000, anzi…magari vorrete diventarlo dopo averlo letto!

Laura Pecoraro

1 commento:

  1. Davvero un libro divertente. Mi sono fatto un po' di risate, olre che un po' di nostalgia per le partite nei campetti :)
    Ce ne sono pochi di romanzi sul basket, andrebbero valorizzati.

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