0

In pensione?! Andateci voi!!

"I campionati della Lnp sono una fucina di talenti che imparano il mestiere della palla al cesto". E' uno dei ritornelli classici quando si parla delle "minors", ovvero che sono l'unico serbatoio di giocatori italiani giovani. I ragazzi hanno qui lo spazio per giocare, incidere e migliorarsi prima di accingersi al grande salto nei Pro. Detta così uno spettatore ignaro che và a vedersi qualche partita si aspetta un match dove tante promesse si sfidano animatamente, imparano a prendersi responsabilità importanti e magari accumulano statistiche rilevanti. Un mondo perfetto nei sogni di chi urla dei tentativi di "omicidio" verso i vivai nazionali, del fatto che non vengono valorizzati a dovere i nostri "fenomeni" e che ritengono sacrosante le regole vigenti nei nostri campionati nazionali dilettanti che impongono un numero di "under" obbligatori da schierare a referto ogni gara. Ma sarà davvero cosi?! Basta una veloce, anzi velocissima, occhiata alle varie classifiche di rendimento per farti venire il dubbio che o il nostro paese è pieno zeppo di omonimi, o il tempo si è fermato a 15/20 anni fà o, e questa è la risposta da accendere, la storiella della gioventù che domina in queste categorie è una meravigliosa utopia.

Basta leggere la classifica marcatori del girone A del campionato di A dilettanti per avere un idea abbastanza chiara del concetto, dato che al primo posto incontriamo subito "El Diablo" al secolo Vincenzino Esposito (nella foto), che con quasi 22 punti a partita tiene la sua Ozzano fuori dalla trappola dei play-out, ma non potendo negare la classe smisurata di uno dei pionieri del basket italico in Nba possiamo anche concederci il lusso di comprendere che nonostante i 40 anni possa dominare e quindi proseguiamo a scorrere la lista dei cannonieri e al terzo posto ecco saltar fuori il nome di Paolo Conti, che so per certo molti immaginavano già a godersi la pensione cestistica, che con quasi 18 punti e 6 rimbalzi è uno dei lunghi che "spostano" maggiormente in questa categoria. Consideriamola una coincidenza e imperterriti insistiamo ma ci fermiamo immediatamente dato che al quarto e quinto posto ecco saltare fuori i nomi dei fratellini Niccolai, dove a sorpresa è il più "piccolo" dei due ovvero Gabriele (annata '72) ad avere la leadership casalinga segnando in media mezzo punto in più del famoso fratello Andrea (annata '68). Bisogna comunque dar atto che nessuno dei sopracitati parteciperà ai play-off di categoria, evento curioso a dir poco. Per controprova andiamo a vedere il girone B della massima categoria dei Dilettanti ma qui qualcosa, leggermente, cambia anche grazie al fatto che c'è una maggiore rappresentanza di "stranieri" ovvero l'italo-americano Mike Gizzi e l'italo-uruguagio Alejandro Muro (entrambi oltre i 34 anni comunque) e all'unico vero giovane cannoniere del nostro basket, la guardia piemontese Giancarlo Ferrero. Ma i nomi che gli appassionati di basket conoscono sin dagli anni '90 compaiono presto da Massimo Ruggeri a Francesco Longobardi, da Agostino Li Vecchi al grande capitano di Napoli Mimmo Morena tutti vicini alla soglia degli "anta" ma con una palla di basket in mano dimostrano che il talento e la voglia non si insegnano. Curiosando ancora nei vari roster della A dilettanti troviamo tanti altri giocatori come per esempio Avenia, Gattoni e Labella non hanno certo bisogno di presentazioni.
Se non vi siete già spaventati leggendo quante vecchie glorie fanno impazzire i nostri giovani, ed evidentemente troppo teneri, virgulti del massimo campionato dilettantistico ci possiamo inoltrare nella selva oscura della "geriatria" cestistica nelle categorie sottostanti. Il grande decano di tutti questi è lui "Super" Mario Boni, la cui carta di identità cita 30/06/1963 ma questo non gli impedisce assolutamente di "fatturare" 26 punti e quasi 11 rimbalzi in nemmeno 28 minuti ad allacciata di scarpe; con la sua stessa canotta, ovvero quella di Piacenza, troviamo un altro idolo delle folle italiane ovvero Hugo Sconochini. Scendendo di un centinaio di chilometri ci fermiamo in Liguria e precisamente a Santa Margherita Ligure in provincia di Genova per rimanere a bocca aperta per le cifre del secondo pioniere italiano in Nba, 29 punti e 17 rimbalzi sono le medie abituali per Stefano Rusconi 41enne dominatore delle aree pitturare del Nord-Est. Un giocatore che invece è stato molto vicino al sogno americano ma che purtroppo numerosi infortuni fisici hanno fatto svanire è Andrea Meneghin che a Corno di Rosazzo (UD) infila 17 punti in compagnia con quel David Londero, anche lui protagonista in Lega A per tanti anni; sempre in Triveneto ritroviamo Massimo Guerra, a Rovigo e cannoniere del girone C di C dilettanti a 21 punti a partita, e Franco Binotto che invece riscalda i cuori della tifoseria di Montebelluna.
Dalle parti di Basket-city Bologna troviamo il leggendario "totem" virtussino Augusto Binelli che a 45 anni cerca di aiutare Anzola Basket a rimanere in categoria e sempre nello stesso raggruppamento, il B del campionato nazionale di B, sui campi si possono incrociare le due "furie" di Chieti Vario Bagnoli ('70) e Gianluca De Ambrosi ('71) quest'ultimo forse poco conosciuto ad altissimi livelli ma una vera e propria leggenda per le minors. Nel nostro resoconto generale forse manca qualche play-maker di livello assoluto ma a questo può rimediare tranquillamente Federico Pieri che dalla nazionale raggiunta a metà anni 90 è arrivato nella cittadina di Scauri, ultimo confine del Lazio e terra appassionata di basket. Gli ultimi di questa lista, ma solo perchè non si vuole "spulciare" roster per roster, sono Brian Shorter americano che è stato "italianizzato" e si guadagna da vivere cercando di partecipare alla salvezza di Catanzaro e poi come tappa finale andiamo a "casa Basile" infatti in quel di Ruvo di Puglia incontriamo Mauro Sartori che dopo aver aiutato il ritorno della Reyer Venezia in Legadue si è accasato in provincia di Bari.
Dopo questa abbuffata di "vecchietti" tremendi possiamo iniziare a domandarci seriamente se i giovani italiani siano davvero pronti, e competitivi, per poter alzare o quantomeno non abbassare il livello dei campionati professionistici dato che non riescono ad affermarsi nelle sfide con dei validi elementi, e su questo non si discute, che ormai in molti casi hanno superato abbondantemente i 40 anni e quindi riuscirà la generazione della fine anni '80 e primi anni '90 a dimostrarsi valida e pronta per guadagnarsi la chiamata dal piano di sopra? O rimarremmo per sempre legati alla miriade di giocatori comunitari o passaportati vari che stanno invadendo sempre di più i nostri principali campionati e così facendo oltre che a far diventare notevolmente esiguo il serbatoio per la nostra rappresentativa azzurra, collaborano a una perdita di identità nazionale delle principali leghe tramutandole in campionati dal sapore internazionale? Come sempre sarà il tempo il giudice supremo ma possiamo sostenere con numerosi indizi che il verdetto difficilmente sarà a favore dei ragazzi nostrani.

Nessun commento:

Posta un commento