I Los Angeles Lakers sono il primo team a qualificarsi per il secondo turno della Western Conference. I favoriti gialloviola non hanno deluso i propri tifosi circa il risultato finale della serie nonostante abbiano incontrato un avversario dall’alto spirito competitivo come gli Utah Jazz, squadra allenata da 21 anni (+5 da vice) da coach Jerry Sloan: assoluto maestro di sport nel saper trasmettere sul campo ai propri giocatori tale caratteristica che ha sempre reso arduo il compito di vincere in trasferta a Salt Lake City per tutti i rivali.Certo, Utah è partita nel confronto con tutti gli sfavori del pronostico: i Jazz degli ultimi anni non sono esattamente i Jazz dell’era “Stockton to Malone”, team storico che negli anni 90 era andato vicinissimo alla conquista di quel tanto sognato anello negato solo dai Chicago Bulls e più esattamente da Michael Jordan.
Utah comunque nelle ultime stagioni ha trovato in Deron Williams un leader vero accompagnato da altri giocatori di spessore come il russo Andrei Kirilenko, l’ala grande Carlos Boozer e il turco Mehmet Okur che purtroppo nel confronto ha potuto disputare solo piccoli sprazzi di gara 4 e gara 5 ma sempre fortemente influenzato da una fastidiosa tendinite al ginocchio. La mancanza del turco è stata decisamente importante: nelle ultime stagioni coi Lakers ha sempre giocato ottime partite con alte percentuali dal campo, fondamentali sono le sue capacità di attirare i lunghi sul perimetro e lasciare pertanto superiorità numerica e di centimetri sotto il canestro avversario per i rimbalzi dei propri compagni, oltre alla sua ovvia precisione al tiro dalla distanza.
I Lakers erano e rimangono ad Ovest la squadra da battere, i californiani hanno riassunto in queste 5 partite contro i Jazz tutti i lati positivi ma anche negativi evidenziati nelle 82 partite di regular season: la panchina in questo primo turno di playoff è sembrata possedere una marcia inferiore rispetto allo scorso anno. Il play di riserva Jordan Farmar è stato superato nelle rotazioni da Shannon Brown, playmaker arrivato a Los Angeles nella trade che ha portato Vladimir Radmanovic a Charlotte. Phil Jackson ha ridotto il ruolo di Farmar a brevi apparizioni durante le prime gare e durante le ultime non è mai sceso in campo, l’ex prodotto di UCLA è indubbiamente in una preoccupante fase involutiva. Il problema non si ferma a Farmar, infatti anche lo sloveno Vujacic ha avuto un ridotto minutaggio rispetto alla passata stagione e ora viene scherzosamente apostrofato dal proprio pubblico non più “THE MACHINE” ma “BRICK MACHINE” viste le basse percentuali al tiro. Powell, giocatore dalla tecnica limitata, ha dato un buon contributo ma certo l’anno scorso in questi tempi i Lakers vantavano Ronny Turiaf nello stesso ruolo…Ultima nota gli infortuni: avere Bynum in questi playoff al livello del mese precedente all’infortunio cambierebbe la vita a Phil Jackson e aumenterebbe le possibilità di titolo in maniera esponenziale.
La serie comunque ha percorso i binari che tutti si attendevano, Bryant quando ha voluto cambiare le inerzie lo ha fatto, Ariza in contropiede è stato a tratti micidiale, Williams ha fatto penare il “vecchio” Fisher in diverse occasioni, ora analizziamo le singole prestazioni con commenti per capire meglio l’andamento del confronto.
Utah Jazz
Deron Williams, voto 7
Su di lui il peso della squadra, Deron ha reagito da campione non deludendo mai in ogni gara.
Le sue incursioni e la sua velocità nell’area gialloviola e i suoi primi passi contro Fisher hanno dato parecchi grattacapi alla difesa losangelina. Su Bryant non può difendere ma Sloan purtroppo l’ha pensata diversamente ed è andata male. Non un cecchino dalla distanza ma Utah è da anni che ha trovato il proprio omo franchigia: Deron Williams.
Ronnie Brewer, voto 5,5
Atletismo da vendere ma di fronte aveva la più forte guardia del pianeta, compito davvero arduo.
Sarebbe perfetto uscendo dalla panchina con la propria energia, ma direttamente in quintetto….
Kyle Korver, voto 5
Ha sì messo a segno canestri con una certa continuità ma non ha mai dato l’impressione in tutta la durata della serie di essere un fattore davvero preoccupante per lo staff tecnico dei Lakers. E infatti sembra sia uno dei primi nomi che Utah cercherà di scambiare nel mercato post-season per cercare rinforzi.
Carlos Boozer, voto 6,5
Come sempre se ne facciamo solo una questione di boxscore e numeri difficilmente si potrebbe andare sotto l’8. Comunque davvero aggressivo a rimbalzo; ha cominciato la serie appena rientrato da un infortunio ed era sembrato parecchio in difficoltà nelle ultime gare della stagione regolare ma poi di gara in gara è salito di tono.
Jarron Collins, voto 5
Gettato nella mischia da coach Sloan soprattutto nelle prime due gare allo Staples Center ha dimostrato chiaramente di non saper valere per il momento questi livelli.
Cj Miles, voto 6
Compito assolto senza infamia e senza lode.
Andrei Kirilenko, voto 6
Spesso sottovalutato l’apporto del russo che secondo molti addetti ai lavori (e del sottoscritto) doveva essere dirottato in difesa per più tempo su Bryant con le sue braccia protese. Utilizzato principalmente da arma tattica sia partendo dal quintetto che dalla panca. Rimane sempre il sospetto che non venga utilizzato al meglio.
Matt Harpring, voto 6
Solita grinta ma viene ricordato soprattutto per le diverse discussioni con gli arbitri avute soprattutto in gara1.
Paul Millsap, voto 7
Che energia!Un mastino del rimbalzo offensivo, non si può non adorare un giocatore del genere, limitato al tiro ma imprevedibile in mischia contro avversari ben più dotati per altezza.
Terzo anno in NBA con margini di crescita.
Mehmet Okur, voto sv
Ingiudicabile, ha provato il rientro in gara4 ma assolutamente non in condizione per l’infortunio occorso. Ha giocato con più continuità l’ultima gara a Los Angeles quando oramai i giochi erano chiusi.
Los Angeles Lakers
Derek Fisher, voto 5,5
Il buon Derek contro Williams ha fatto quello che ha potuto: contenere gli spazi. Ma per fare ciò è stato costretto a lasciare spazio di separazione tra lui e l’avversario e spesso è stato quindi battuto oltre che dal palleggio anche al tiro in fronte. Meno preciso del solito al tiro.
Comunque fondamentale la sua esperienza in un team dove l’apporto del play di riserva (Farmar) in questo momento è nullo.
Kobe Bryant, voto 7
Ha sbagliato chiaramente gara3 (5/24 al tiro) e ciò ha permesso a Utah di vincere quella partita che comunque non è stata fondamentale per il passaggio del turno. Nelle prime due gare ha giocato a marce tirate ma volutamente. Gara4 con 16/24 dove praticamente ha tirato in faccia a chiunque con un terzo quarto incredibile.
Trevor Ariza, voto 7
La nota più lieta (con Odom) per i Lakers. Assoluto protagonista nelle prime due gare allo Staples con rubate e contropiedi notevoli (da ricordare la schiacciata in reverse su Boozer). Gara3 limitata da un infortunio poi la serie è scivolata via. Preciso anche dalla lunga distanza: non un tiratore naturale ma si è costruito un tiro piedi per terra con spazio che fino all’anno scorso era impensabile possedesse.
Lamar Odom, voto 8
“E’ in scadenza, è Lamar, non esattamente l’intelligenza in persona….non è che questo durante i playoff ci tira qualche scherzetto nel rendimento?” Risposta : NO. Difesa monster in gara4, da primo quintetto difensivo titolare NBA. Fondamentale vista la situazione di Bynum. Non è mai sembrato fuori dalle partite, sempre presente.
Pau Gasol, voto 6
Chiaramente non ha giocato una gran serie, si pensava che potesse avere vita più facile contro Millsap e Boozer ma ha lasciato in diverse occasioni qualche rimbalzo agli avversari. Con Millsap non puoi giocare di fioretto però Jackson sa dell’importanza del catalano che alla lunga difficilmente delude.
Shannon Brown, voto 6,5
Anche lui un altro che ha trovato continuità. Praticamente sempre fuori dalle rotazioni in regular season, ora si è costruito un ruolo importante come cambio di Fisher. Ha esibito anche una certa disinvoltura dall’arco.
Jordan Farmar, voto 4
Pesce fuor d’acqua. Totalmente in balìa degli eventi, in questo momento poco presentabile e infatti Jackson lo ha relegato in panchina da spettatore.
Sasha Vujacic, voto 5
Non ha mai dato quella continuità al tiro che aveva l’anno scorso.
Luke Walton, voto 5
Catapultato per stile di gioco dagli anni 60 ad oggi. Fa gridare allo scandalo la sua capacità atletica di non saltare nel basket moderno. Anche delle rimesse da infarto in gara 3 e 4.
Josh Powell, voto 6
Allunga le rotazioni nel settore lunghi e già questo con la presenza/assenza di Bynum è importante.
Andrei Bynum, voto 5
Dopo le prime due gare (comunque sottotono) ha solo fatto qualche comparsata di pochi minuti per il problema al ginocchio. Recupero troppo forzato?
Alessandro Castiglioni (AlexKobe)






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