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Dov'è finita la Fortitudo?


Il 27 Settembre 2009, al Paladozza (Bologna, Italia), inizia ufficialmente la stagione di serie A dilettanti della Fortitudo Bologna. Una novità, negativa per molti – positiva per tanti, di cui la società di Via San Felice si rende protagonista dopo la sventurata annata 2008/09, quella in cui la squadra (guidata da un’insolita accozzaglia di buoni e mediocri giocatori) ha “guadagnato” sul campo una retrocessione; la stessa annata in cui la società targata Sacrati (presidente di dubbia competenza cestistica) ha disonorato gli impegni economici presi, fino a rendersi giustamente oggetto di una degradazione (datata 18 Luglio 2009) da parte delle istituzioni cestistiche italiane che l’ha portata dal professionismo al dilettantismo (in soldoni, dalla Serie A alla serie B1 senza passare dal “Via” né dalla Legadue).
Si piange con un occhio solo, si dirà, perché la certezza di disputare un anno in Serie A dilettanti (allora B1) coincide con la certezza di continuare ad esistere, dettaglio non da poco per una società sommersa di debiti e di lodi, di buchi di bilancio e di confusione.

Una stagione insolita dunque, dato il ciclo seragnoliano che ha racimolato tante finali e pochi trofei, un’annata da vivere con l’ansia di poter capitolare (extra-cestisticamente parlando) e con i dubbi di situazione così precaria da domandarsi quanto possa influire sul rendimento in campo. Nella calda estate 2009, quindi, la squadra accoglie il capo truppa, Alessandro Finelli, e qualche pezzo da 90 (per la A Dilettanti) ossia Davide Lamma, Alessandro Cittadini e Matteo Malaventura. A completare quello che sarà il quintetto titolare, lo specialista di categoria Alejandro Muro e l’esperienza di Silvio Gigena. A ruota, seguiranno le firme di Gennaro Sorrentino e degli under Francesco Quaglia, Salvatore Genovese e Jacopo Borra. A stagione in corso, si uniranno Jordan Losi e Marko Micevic.

Pronti? Via! La stagione inizia con una squadra tecnicamente superiore a chiunque, ma mentalmente fuori giri. Cittadini incappa nell’arbitraggio di categoria (i problemi di falli per contatti troppo irruenti accompagneranno il centro perugino per l’intera stagione), Lamma arranca appresso ai piccoli giovanotti avversari, Malaventura sembra sparire in una serie in cui – dopotutto – non si muove tanto diversamente dalla sventurata annata precedente e gli under che non ci capiscono poi molto. Gli unici che sembrano a proprio agio sono proprio i due “esperti” di categoria, Muro e Gigena. Da contraltare, l’entusiasmo delle compagini di cui è difficile conoscere la collocazione geografica (sfidate chiunque a conoscere l’esatta posizione nello stivale di Castelletto Ticino, Osimo, Omegna e Treviglio!), agguerrite dalla presenza di una nobile decaduta quale la Fortitudo e galvanizzate dalla possibilità di giocare in un impianto confortevole come quello del Paladozza. Nonostante tutto questo (e, diciamolo, grazie anche ad un calendario soft), la Fortitudo inanella una serie di successi che dicono, alla vigilia di fine Novembre (ossia alle porte dell’incontro con la vera – unica – rivale Forlì), 10 vittorie di fila e zero sconfitte, primo posto in classifica e un dominio (quasi) mai in discussione. Ironia della sorte vuole che proprio a ridosso dell’inasprimento del calendario e del derby contro Forlì (come detto, degna pretendente alla promozione), la Fortitudo perda il proprio punto cardine in area, Cittadini, per infortunio. Segue – manco a dirlo – la batosta presa in territorio romagnolo (con ben 17 punti di distacco) e un primo posto in classifica per due.

L’affiancamento, però, dura ben poco, due giornate dopo Forlì cade fuori casa (per mano di Trieste) e la Fortitudo riconquista il primo posto in classifica giocando una pallacanestro sempre più definita fatta di tanta difesa arcigna, ritmi non sempre elevati, attacco completo in tutte le sue varianti: in post basso grazie a Cittadini, in post alto grazie a Gigena, in penetrazione e dal perimetro grazie a Muro, Lamma, Malaventura e Sorrentino. Non citati volutamente, dato il poco o nullo contributo, i giovani con Quaglia a faticare sotto canestro (fare il cambio di Cittadini in un sistema di gioco che richiede una presenza come Cittadini mette il giovane ex virtus in seria difficoltà), Genovese a non prenderci più da tre (sua principale caratteristica offensiva) e con Borra ancora troppo acerbo anche per questa categoria.
Alla pausa invernale (concomitante con l’inizio del girone di ritorno), la Fortitudo incappa subito nella seconda sconfitta stagionale (a Verona), brutta, bruttissima non solo per la perdita del primato (ancora a pari punti con Forlì, ma con i romagnoli sopra causa scontro diretto favorevole), ma soprattutto per l’atteggiamento di stanca con cui la squadra riprende il cammino. Parallelamente, fuori dal campo, Sacrati ne combina di cotte e di crude. Prima, non saldando la rata del mutuo del Paladozza e obbligando il Comune – garante per la società Fortitudo Pallacanestro – a saldare l’intera cifra al Credito Sportivo (6 milione di euro) e costringendo Palazzo d’Accursio a rivalersi sulla società sportiva (tradotto: fallimento alle porte), poi, non saldando gli stipendi dello staff tecnico delle giovanili, dei fornitori e – da ultimo – dei giocatori stessi. Nonostante questo però, Finelli e soci continuano imperterriti a giocare concentrati, riprendendo il cammino di vittorie, ma subendo un nuovo – ennesimo – stop contro Forlì, stavolta a roster completo e in casa. La batosta è sentita, dall’ambiente e dalla squadra, che capitombola nel match seguente – fuori casa – contro Omegna subendo altri 19 punti di distacco. E’ il momento più difficile della stagione biancoblù (siamo a fine Marzo) e coincide con le Final 4 di Coppa Italia di serie A dilettanti e con la scadenza (non rispettata da Sacrati) del pagamento degli stipendi. Di scena, a Foligno, la semifinale contro Ferentino, gara messasi subito in salita e che vede nel primo quarto la stessa Fortitudo imbambolata della batosta post-forlivese. Ci vorranno due grandi quarti di secondo tempo e una partita dura, da playoff e da grande squadra, per avere la meglio nella competizione e – soprattutto – in finale contro Forlì, quella stessa Forlì che aveva dato per ben due volte il ben servito in regular season alla compagine finelliana e quella stessa Forlì che, a detta dei giornalisti di zona, voleva umiliare per l’ennesima volta la F salvo poi rifugiarsi nel “tanto non contava nulla” a batosta subita.
La vittoria della Coppa Italia, la vittoria su Forlì e, soprattutto, la compattezza del gruppo regala alla gente biancoblù una forte consapevolezza: ai playoff sarà dura per chiunque. Sulla scia di questa forza, la Fortitudo chiude il suo calendario finendo per affiancare Forlì al primo posto (che poi sarà comunque secondo per via degli scontri diretti sfavorevoli) all’ultima gara di campionato quando ormai non conta più nulla.

Ora, i playoff della A Dilettanti. Una delle formule più astruse che il basket potesse concepire. Primo turno contro la settima per Bologna (nello specifico, Castelletto Ticino), contro la sesta (cioè Verona) per Ozzano (arrivata terza, dietro la Fortitudo). La vincente di queste due semifinali darà vita al secondo turno di playoff, sempre al meglio delle 3 gare. Le vincenti di questo secondo turno (giocato “internamente” al girone del Nord) andranno ad affrontare le rispettive vincenti del secondo turno del girone del Sud, tenendo presente la logica del miglior piazzamento in classifica. Traduzione: la prima del girone del Nord (Forlì se dovesse superare i 2 turni “interni”) andrà ad affrontare la prima del girone del Sud (Barcellona) per avere garantito un posto in Legadue; parallelamente, si creerà una semifinale fra le seconde del girone del Nord e del Sud: la vincente di questa semifinale andrà ad affrontare la perdente della finale tra prime per aggiudicarsi il secondo posto in Legadue. Per infierire ulteriormente sulla sanità mentale di chi legge, infine, facciamo presente che se Forlì e Barcellona dovessero perdere il loro diritto di “prime classificate” nei turni “interni” ai loro rispettivi gironi, il loro posto sarà preso dalle seconde (esempio: nel caso di Forlì eliminata, sarebbe la Fortitudo – se a sua volta qualificata – ad andare a giocarsi la finale per il primo posto in Legadue). Palla a due il 25 Aprile. La salita è appena cominciata.

by Luigi Fraumeni

1 commento:

  1. Complimenti, bell'articolo!
    Hai ragione, questa formula dei playoffs è scandalosa!

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