-Più che una partita, una guerra. Roma e Varese dimostrano di meritare entrambe l'accesso alla finale mettendo in campo una grinta che si traduceva in grandi difese e attacchi molto fisici. Al netto di tutto, la Cimberio gioca meglio e conquista giustamente il passaggio del turno, ma il 13/25 da tre contro il 3/21 degli avversari è un dato di fatto.
-Vitucci e Calvani sono stati entrambi bravissimi ad annullare i talenti della squadra avversaria. Offensivamente parlando le uniche prestazioni degne di nota sono quelle di Ere e Sakota, mentre Taylor dall'altra parte cerca, con discreto successo, di mettersi in proprio. Lawal, Dunston, Green, Datome, Polonara e Banks hanno qualche fiammata individuale, ma fondamentalmente deludono.
-A 3 minuti dalla fine col punteggio decisamente in bilico, prima Czyz, poi Lawal e poi Bobby Jones, "decidono" di commettere il loro quinto fallo. Soprattutto i primi due dovrebbero sentirsi un minimo responsabili per la prestazione imbarazzante a suon di passi e falli in attacco, ma forse l'aver lasciato i compagni di squadra soli nei minuti decisivi è stata la loro colpa più grave. E se Taylor ha ormai trovato col centro nigeriano un'intesa degna di un'asse play-pivot che si rispetti, sarebbe il caso che cominci ad imparare a dialogare anche col buon Lorant, un uomo in meno nell'ultimissimo scorcio di partita e non per colpa sua.
-Green dopo un paio di giocate soffre terribilmente la difesa di Taylor, che dopo essere stato fregato un paio di volte riesce ad annullare il suo pariruolo. Anche lui si sbatte nel difendere il proprio canestro e la squadra con lui in campo gira comunque bene, ma la celebratissima prestazione contro Milano non trova continuità nella semifinale.
-Se nel duello in cabina di regia prevale leggermente il playmaker di Roma, in quello sotto canestro non ci sono dubbi su chi sia il vincitore: Bryant Dunston fa il minimo indispensabile per risultare più utile di un dannosissimo Lawal. Il centro di Roma è presente quel poco che basta a rimbalzo, ma, tenuto sapientemente lontano dal canestro dai ragazzi di Vitucci, non riesce a rendersi pericoloso con la palla in mano. Dunston fatica in attacco, ma riesce a rendersi utlissimo in difesa da vero intimidatore d'area.
-Veniamo ai protagonisti della gara: Sakota e Ere. Di gran lunga i migliori della partita, quello che certamente merita maggiormente il titolo di MVP è l'ala serba. A tratti immarcabile, approfitta di quegli attimi di disattenzione difensiva della difesa romana per sparare con una precisione disarmante dalla linea dei tre punti. Visto l'impatto sulla partita si potrebbe tranquillamente sostenere che senza il suo apporto dalla panchina Varese non avrebbe vinto. Per quanto riguarda l'ex Caserta, è l'unico giocatore della partita che riesce a far emergere il suo talento offensivo; fa il suo segnando i tiri che andavano segnati e punendo tutte le volte in cui veniva dimenticato dagli avversari.
-Uno dei giocatori più celebrat dalla stampa in questa stagione di Roma è Phil Goss, ma è incredibile il numero di responsabilità che si prende in attacco questo giocatore; responsabilità che almeno la metà delle volte sono semplici forzature che forse sono state la condanna definitiva nell'ultimo quarto. E bisognerebbe spiegargli che tirare da due a neanche un minuto dalla fine con 6 punti da recuperare puoi farlo una volta, ma già alla seconda dovresti capire che è una stupidaggine. Prestazione salvata dal fatto che gli altri esterni, da Datome fino a D'Ercole, sono andati forse peggio di lui in fase realizzativa (e solo in quella).
Sakota 8; Banks 5; Rush 6,5; Talts 4; De Nicolao 5; Green 6; Ere 7; Polonara 6; Dunston 6
Goss 5,5; Jones 6; D'Ercole 5; Datome 6; Taylor 7; Lawal 4; Czyz 4; Lorant 5
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