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Puntualizziamo: Milano - Sassari

- Milano piomba nell'incubo. Si rivedono i fantasmi del passato, e i ricordi di squadre che si scioglievano nei momenti decisivi. Oggi Milano ha peccato di supponenza, pensavo di aver già chiuso la partita nel primo tempo e iniziando a gestire già nel secondo quarto. Dalla sua Sassari ha il merito di essere sopravvissuta a una parte shock, e di averci creduto fino alla fine.

- La partita è ruotato intorno ad un aspetto tecnico/tattico. Milano nel primo tempo aveva limitato in maniera ottima il p'n'r di Sassari. La difesa su questo fondamentale non ha mai permesso di innescare i tiratori sardi. Nel secondo tempo si è visto un completo ribaltamento. Green si accende, crea scompiglio nella difesa milanese, e di riflesso innesca Diener (Drake) e Caleb Green. Il folletto si è preso una piccola rivincita contro la sua ex-squadra.

- In molti sostengono che il prossimo dominio di Milano (che per il sottoscritto è tutto da dimostrare) sarà simile a quello di Siena.  La squadra di Banchi ha le possibilità di diventare dominante in Italia, ma deve migliore in un aspetto che appartiene a tutte le grandi squadre. La vera Siena degli ultimi anni (ma questo discorso vale per tutte le grandi squadre del passato) avrebbe vinto la partita di inerzia. Iniziata con un +16, avrebbe condotto con il pilota automatico. Milano è una squadra che diventa normale quando cala l'intensità. Oggi dimostrazione plastica della cosa.

- Sassari è assolutamente la peggiore avversaria da affrontare in serata singola. Ha una capacità innata di accendersi e diventare incontenibile. Se poi Diener è in "quelle serate", non puoi fare altro che sperare che altri stecchino la partita. Ops, c'è Caleb Green....tende a segnare anche lui.

- Una buona percentuale della sconfitta di Milano è da imputare a Banchi. Ha commesso una serie di errori nel ruotare i sui uomini. Questa sera si è vista una gestione "scariolesca", con cambi fatti con il cronometro e non seguendo l'andamento della partita. Dopo un primo tempo in cui Gentile e Lawal sono stati devastanti (29 di valutazione per il nigeriano), li ha letteralmente dimenticati in panchina per tutto il secondo tempo. Ha insistito con Jerrels che era palesemente fuori partita, ed è andato a toccare il quintetto che nel primo tempo stava funzionando benissimo.

- Oggi è stata data una grossa boccata d'ossigeno ai detrattori di Milano. La scimmia da togliersi dalla spalle, è sempre più grossa!
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Final Eight di Coppa Italia 2014


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[La lavagna tattica di BC] Final Eight 2013: Varese vs. Siena

Final Eight di Coppa Italia - Finale - 10/02/2013.


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Semifinale Coppa Italia: Varese-Roma

-Più che una partita, una guerra. Roma e Varese dimostrano di meritare entrambe l'accesso alla finale mettendo in campo una grinta che si traduceva in grandi difese e attacchi molto fisici. Al netto di tutto, la Cimberio gioca meglio e conquista giustamente il passaggio del turno, ma il 13/25 da tre contro il 3/21 degli avversari è un dato di fatto.

-Vitucci e Calvani sono stati entrambi bravissimi ad annullare i talenti della squadra avversaria. Offensivamente parlando le uniche prestazioni degne di nota sono quelle di Ere e Sakota, mentre Taylor dall'altra parte cerca, con discreto successo, di mettersi in proprio. Lawal, Dunston, Green, Datome, Polonara e Banks hanno qualche fiammata individuale, ma fondamentalmente deludono.

-A 3 minuti dalla fine col punteggio decisamente in bilico, prima Czyz, poi Lawal e poi Bobby Jones, "decidono" di commettere il loro quinto fallo. Soprattutto i primi due dovrebbero sentirsi un minimo responsabili per la prestazione imbarazzante a suon di passi e falli in attacco, ma forse l'aver lasciato i compagni di squadra soli nei minuti decisivi è stata la loro colpa più grave. E se Taylor ha ormai trovato col centro nigeriano un'intesa degna di un'asse play-pivot che si rispetti, sarebbe il caso che cominci ad imparare a dialogare anche col buon Lorant, un uomo in meno nell'ultimissimo scorcio di partita e non per colpa sua.

-Green dopo un paio di giocate soffre terribilmente la difesa di Taylor, che dopo essere stato fregato un paio di volte riesce ad annullare il suo pariruolo. Anche lui si sbatte nel difendere il proprio canestro e la squadra con lui in campo gira comunque bene, ma la celebratissima prestazione contro Milano non trova continuità nella semifinale.

-Se nel duello in cabina di regia prevale leggermente il playmaker di Roma, in quello sotto canestro non ci sono dubbi su chi sia il vincitore: Bryant Dunston fa il minimo indispensabile per risultare più utile di un dannosissimo Lawal. Il centro di Roma è presente quel poco che basta a rimbalzo, ma, tenuto sapientemente lontano dal canestro dai ragazzi di Vitucci, non riesce a rendersi pericoloso con la palla in mano. Dunston fatica in attacco, ma riesce a rendersi utlissimo in difesa da vero intimidatore d'area.

-Veniamo ai protagonisti della gara: Sakota e Ere. Di gran lunga i migliori della partita, quello che certamente merita maggiormente il titolo di MVP è l'ala serba. A tratti immarcabile, approfitta di quegli attimi di disattenzione difensiva della difesa romana per sparare con una precisione disarmante dalla linea dei tre punti. Visto l'impatto sulla partita si potrebbe tranquillamente sostenere che senza il suo apporto dalla panchina Varese non avrebbe vinto. Per quanto riguarda l'ex Caserta, è l'unico giocatore della partita che riesce a far emergere il suo talento offensivo; fa il suo segnando i tiri che andavano segnati e punendo tutte le volte in cui veniva dimenticato dagli avversari.

-Uno dei giocatori più celebrat dalla stampa in questa stagione di Roma è Phil Goss, ma è incredibile il numero di responsabilità che si prende in attacco questo giocatore; responsabilità che almeno la metà delle volte sono semplici forzature che forse sono state la condanna definitiva nell'ultimo quarto. E bisognerebbe spiegargli che tirare da due a neanche un minuto dalla fine con 6 punti da recuperare puoi farlo una volta, ma già alla seconda dovresti capire che è una stupidaggine. Prestazione salvata dal fatto che gli altri esterni, da Datome fino a D'Ercole, sono andati forse peggio di lui in fase realizzativa (e solo in quella).

Sakota 8; Banks 5; Rush 6,5; Talts 4; De Nicolao 5; Green 6; Ere 7; Polonara 6; Dunston 6

Goss 5,5; Jones 6; D'Ercole 5; Datome 6; Taylor 7; Lawal 4; Czyz 4; Lorant 5
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Quarti di finale Coppa Italia: Cantù-Roma

-Il rematch della partita di campionato di appena due giornate fa ha molto a che vedere con la partita di questo pomeriggio: tanto spettacolo e tanto equilibrio fino alla fine, ma alla fine la vince Roma.

-I ragazzi di Calvani hanno strameritato approcciando alla grande la partita, come non succedeva da tempo. Nell'ultimo quarto Cantù rimonta 19 punti in pochissimo tempo, arrivando a un passo dal vincerla senza però riuscire nella zampata finale.

-L'importanza di Tabu in questa squadra non è solo dovuta al suo talento, ma deriva anche dalla totale incapacità del suo vice Anderson. Il congolese è stato a lungo in panchina e Cantù è stata massacrata dagli avversari. Poi rientra, gioca una manciata di minuti con un minimo di continuità e segna 19 punti nell'ultimo quarto, dando la scossa ai suoi. L'unica macchia sono quel paio di tiri sbagliati che alla fine hanno condannato Cantù, ma, parliamoci chiaro, senza il suo contributo i biancoblu ne avrebbero presi almeno venti.

-Vale la pena spendere due parole sulla grandissima serata da tre punti della squadra di Trinchieri: Leunen ha segnato praticamente solo dalla linea della carità, poi Mazzarino e il solito Tabu. Alla fine della partita il tabellino segnerà 14/25 in questa statistica, ovvero il 56%. Non è bastato.

-Roma è una squadra straordinaria: può contare su giocatori straordinari che, si vede, stanno bene assieme. Oltre ai soliti Datome, Lawal e Taylor, che dire di D'Ercole e soprattutto di Czyz? L'energia messa in campo da questi giocatori è stata decisiva.

-E Datome? Vogliamo parlare di Datome? Semplicemente fa giocate che riescono solo a lui nel campionato italiano, e, quel che è più importante, riesce ad essere decisivo. Possiamo discutere per ore se la stoppata sul tiro finale di Scekic fosse regolare o no, sta di fatto che è saltando è arrivato sopra a tutti gli altri, e questo basta. Bastano due occhi per dover ammettere che abbiamo a che fare con il miglior giocatore italiano e la migliore ala piccola del campionato. Fenomeno.

Scekic 5; Leunen 7; Anderson 4; Mazzarino 6,5; Brooks 6; Tabu 8; Aradori 6; Cusin 5; Mancinelli 4

Goss 5,5; Jones 5; D'Ercole 7; Datome 8,5; Taylor 6; Lawal 7; Czyz 7,5