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Bologna, vigilia derby n.103: scaldate i motori!

Non poteva essere diversamente. Il 103esimo derby di Basket City riflette la storia delle due società di pallacanestro bolognesi con le cose finalmente al proprio posto. La Virtus Bologna a lottare per lo scudetto (con solo un’aliena Siena, concedeteci la vena poetica, a limitarne le aspirazioni) e la Fortitudo Bologna a lottare per non retrocedere. Roba d’altri tempi, s’avrebbe da dire. Eh sì, perché sembrano passati lustri dagli anni in cui la Fortitudo lottava continuamente alternando la propria esistenza tra A1 e A2 (quando ancora si chiamavano così le due leghe) mentre l’acerrima rivale Virtus dominava in Italia e in Europa. In attesa che il piatto forte venga consumato domenica a pranzo (ore 12:00), gettiamo lo sguardo in casa dei protagonisti per assaporare l’aria della vigilia.

[Foto di repertorio, 2005: facce da derby]


Casa Fortitudo

Nel nido delle aquile l’aria della vigilia ha un odore particolare, quasi sgradevole. Odore di sfortuna, quella che ha visto il miglior marcatore biancoblù delle ultime due uscite – leggasi Alex Scales – infortunarsi alla caviglia nell’allenamento mattutino di giovedì. Odore di amarezza, quella che trasuda dalle pareti del PalaDozza (sia esso pieno o vuoto) per via dell’ennesima stagione fallimentare. Odore di tensione, quella vera, quella che ti fa svegliare con un macigno sul collo perché adesso non si tratta più di centrare l’ottavo posto o chissà quale posizione in classifica per non perdere posizioni nel ranking Eurolega. La posta in palio è più alta e la tensione di cui sopra, è di quelle negative, fastidiose, così insopportabili che se non hai le spalle abbastanza larghe per gestirla, ti conviene restare a casa. E poco importa che vi siano giocatori poco legati a questa maglia per cui le sorti della Fortitudo, in LegaDue o in Serie A, poco interessano. In questo finale di stagione tutti percepiranno la tensione perché dopo l’ennesimo tonfo stagionale (la batosta subita dalla Carife Ferrara) c’è poca voglia di superficialità o di sorrisi. Questa situazione, della quale i colpevoli sono i giocatori e gli allenatori (eh si, perché ormai non è più di moda averne uno solo a stagione), ma anche il GM e la società (troppo spesso dimenticati), ha smesso di essere rivoltante o indegna per il pubblico perché oggi i fantasmi della retrocessione sono concreti più che mai. Questa situazione è diventata dannatamente pesante e la tensione è dentro tutti coloro che abbiano mai tifato Fortitudo. Poco importa che domenica l’eroe si chiami Mancinelli, Fucka, Pancotto, Gordon o addirittura la squadra intera, qui c’è bisogno di un eroe, uno di quelli con il vestito nascosto nell’armadio dietro una finta parete, di quelli che al richiamo luminoso nel cielo possa atterrare e mettere in salvo tutti e tutto quanto. Già, perché di questo si parla. Il pubblico, si diceva, non la vive più come una questione di delusione, la cocente scoperta della mediocrità della squadra e della recente storia fortitudina (in particolare dalla finale scudetto persa con la Benetton nel 2006) è stata ampiamente digerita dopo lo storico sciopero della Fossa dei Leoni. Qui si parla di futuro, di possibilità di fallimento. Certo, tutti sarebbero disposti a firmare per un anno di purgatorio in LegaDue pur di tornare alla ribalta l’anno successivo con una programmazione degna di tale nome; ma quanti sarebbero disposti a farlo consapevoli che in calce al contratto la clausola più pesante stabilisce che LegaDue potrebbe voler dire morte certa? Il Parco delle Stelle è il progetto che garantirebbe liquidità e autosostenibilità finanziaria alla società Fortitudo (con gli introiti provenienti da tutte le attività collaterali che il Parco ospiterebbe: hotel, centro sportivo, centri commerciali, parchi, ecc.) oltre che un palazzetto a norma con gli standard europei. Con la squadra in LegaDue, il progetto potrebbe comunque andare avanti (finora non sono state di certo le risorse provenienti dalla gestione sportiva a costituire capitale per il PdS), ma la società sportiva stessa perderebbe introiti fondamentali da sponsorizzazioni e partnership, oltre che, probabilmente, da incassi e merchandising. Come dire: il palazzetto non è a rischio, la sopravvivenza della squadra sì. Tocca fare canestro.

Casa Virtus

In casa Virtus la vigilia per il derby è tutt’altro che bianca e nera, è colorata e piena di serenità. Le Vu nere hanno saputo rispettare i pronostici che la vedevano strafavorita nella Eurochallenge (che, pur essendo sicuramente l’ultima coppa in ordine di prestigio, è comunque un trofeo europeo) conquistandone in anticipo l’accesso alle Final Four (che lo stesso presidente Sabatini potrebbe decidere di organizzare) ed evitando un’eventuale gara 3 contro Bonn che sarebbe caduta proprio nei giorni scorsi e avrebbe potuto affaticare ulteriormente la truppa di Boniciolli in previsione della stracittadina. Inoltre, nonostante il pugno di mosche della finale di Coppa Italia (persa comunque in maniera un po’, concedetecelo, “arbitralmente” sospetta in favore del Montepaschi), la squadra di patron Sabatini ha fatto passi avanti nel ranking Eurolega battendo per ben tre volte di fila la Lottomatica Roma. Forti della batosta inflitta all’andata (che ebbe come conseguenza lo scivolone di Sakota dalla panchina biancoblù), Boykins e compagni tenteranno di regalare l’ennesima soddisfazione ai propri incontentabili tifosi (alla vigilia della sfida contro la Lottomatica, alcuni già prevedevano scenari apocalittici in caso di sconfitta contro Roma) avendo dalla propria un roster di elevato livello in grado di mixare esperienza e gioventù, atletismo e tecnica oltre che un sistema di gioco ampiamente collaudato grazie all’imprinting tattico di coach Boniciolli, in grado di resuscitare Righetti e Chiacig, responsabilizzare Koponen, reintegrare Blizzard, far sbocciare Langford, ma soprattutto di rivitalizzare un Earl Boykins sempre più decisivo nel suo ruolo di leader. In questo scenario più che positivo, l’unico rischio, ossia eventuali cali di concentrazione o di tensione, è ampiamente scongiurato dall’energia che un derby, soprattutto se di Bologna, sa regalare a tifosi e non.
Siate spietati.
Concludendo, per i più distratti, rimandiamo l’appuntamento a Domenica 29 Marzo, palla a due ore 12:00 al PalaDozza con diretta su Sky Sport 2.
Buona partita a tutti!

Luigi Fraumeni

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