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La Sebastiani Rieti, fuga per la sopravvivenza

L’”agonia” della Sebastiani Rieti ha radici nell’estate scorsa, quando le difficoltà economiche iniziarono ad alzare la voce, sfociando alla fine dello scorso anno con la necessità di un aumento di capitale, per proseguire fino ad oggi.
Il 28 febbraio 2009 il presidente della Società, Gaetano Papalia, spiega con estrema trasparenza la situazione della società ai propri tifosi in una lettera aperta, della quale riportiamo i passi salienti:
“L'avventura della serie A è come una sontuosa cena apparecchiata su un tavolo a 4 gambe: il sottoscritto con le proprie risorse, i tifosi con la loro presenza al Palazzo (biglietti ed abbonamenti), le istituzioni locali (Comune, Provincia e Regione) e gli operatori economici (imprenditori e commercianti).

Quest'anno due gambe si sono dimezzate:
1) quella delle istituzioni (da un lato la Regione latita da oltre 5 mesi e dall'altro lato le promesse sul "sicuro" intervento dell'ACEA sono sfumate nel più sordo dei silenzi).
Risultato: - 850.000 euro;
2) quella degli operatori economici (ad eccezione della Solsonica pre-contrattualizzata e della CA.RI.RI., la congiuntura economica ed un po' di carenza di orgoglio cittadino hanno fatto dileguare quasi tutti gli sponsor minori e gli inserzionisti di pubblicità all'interno del Palazzo).
Risultato: - 500.000 euro.
Delle altre due:

3) quella dei tifosi ha sostanzialmente tenuto assorbendo gli inevitabili aumenti con grande sacrificio ma confermando la loro straordinaria passione.
Risultato: - 100.000 euro;
4) quella del sottoscritto ha straripato rispetto al proprio impegno versando, nell'arco di undici mesi, nelle casse della Società (come documentato dalle contabili bancarie) la somma 1.580.000 euro, oltre al frequente pagamento diretto dei conti alberghieri delle trasferte e degli atleti a Rieti (Green permanentemente al Quattro Stagioni e tutti quei giocatori rimasti in attesa del reperimento di un alloggio definitivo) ed oltre a varie altre erogazioni in circostanze di particolare urgenza.
Risultato: + 1.700.000 euro.
A questa situazione si é aggiunta la perdita di circa 250.000 euro per la differenza di cambio euro/dollaro determinata dal fatto che i contratti con i giocatori statunitensi sono stati stipulati, come normale, a luglio 2008 (con il dollaro a quota 1,60) mentre i pagamenti sono stati effettuati, come logico a seguito delle loro prestazioni, da ottobre 2008 in poi (con il dollaro a quota 1,25/1,20). Dal saldo algebrico che ne deriva si può constatare che la posizione debitoria della Società (prodotta, sia chiaro una volta per tutte, dalla insufficienza delle entrate nel susseguirsi di questi ultimi tre anni) si è ulteriormente aggravata e le conseguenze sul bilancio hanno ormai assunto una dimensione tale da rendere obbligatorio, per qualunque amministratore, l'avvio di procedure dolorose ma non più procrastinabili.”

Nello stesso giorno la società comunica la risoluzione del contratto di Patricio Prato, destinazione Cantù. Nella mente di tutti nasce spontanea la convinzione che la diaspora stia per iniziare e si resta in attesa di sapere solo chi e quando sarà il prossimo giocatore a fare le valigie. Con tutta probabilità si fa strada anche la convinzione che le prossime avversarie di Rieti in campionato avranno vita facile. Invece no.
In data 5 marzo un comunicato stampa della società parla di “unità d’intenti società/squadra” che non sarà solo a parole (come ben presto capiranno le future avversarie):
“E’ stata sancita un'unità di intenti per il prosieguo del campionato, condizionata al rispetto del programma di pagamenti che la società ha comunque subordinato alla conferma del finanziamento regionale maturato sulla base del progetto presentato lo scorso mese di settembre. Il proposito condiviso con determinazione e spirito di unità dalla società e dalla squadra, si basa sul consolidamento dei rapporti contrattuali in essere e sulla ferma intenzione dei giocatori e della dirigenza di onorare i restanti impegni di campionato con la massima determinazione nel rispetto dei propri tifosi e della esigenza di assicurare la regolarità sportiva al massimo torneo nazionale. La decisione del roster e della dirigenza tecnica è stata disattesa dal solo Jiri Hubalek che ha rinunciato a mettersi a disposizione del coach Lino Lardo.” Il prossimo incontro con la Regione si terrà il 24 marzo. Per quella data, forse, conosceremo il destino di Rieti.
Insomma, è successo quello che spesso accade in una comunità quando arrivano grosse difficoltà: ci si compatta. Per rispettare con dedizione e orgoglio...i contratti? i propri colori? la città? metteteci quello che volete, dipende da come vivete il basket e da quanto siete idealisti. Ma in qualsiasi modo vogliate vederla, la Solsonica Rieti è ancora lì a lottare e ad onorare il campionato. E i risultati lo dimostrano: mentre c’è già chi fa il toto-diritti per l’estate (Napoli? Torino? Verona?) Rieti gioca le sue partite mettendoci tutto quello che ha, rendendo ben chiaro che si sbaglia sempre a fare i conti senza l’oste: il 1 marzo perde di soli 3 punti contro la Benetton a Treviso, la giornata successiva vince in casa di ben 25 punti contro la Virtus Bologna e quella dopo vince anche in trasferta contro Biella di 6 punti. Significative le parole del coach Lino Lardo a fine partita: “Grande merito di questi straordinari ragazzi che stupiscono sempre di più. E’ una stagione difficilissima ma stiamo raccogliendo valori importanti. E’ un bel gruppo che vuole arrivare fino in fondo giocando tutti insieme.”
Sembra tutto bello ma, come sappiamo, il lieto fine è garantito solo nelle favole: un comunicato del 18 marzo annuncia il rammarico della società per la presa di posizione dei giocatori che hanno deciso di non allenarsi per l’eventuale insolvenza del saldo delle competenze in scadenza il 31 marzo. In due parole: o ci pagate o non ci alleniamo. I soci hanno garantito la disposizione dei bonifici pagando di tasca propria, vedremo se sarà sufficiente per convincere i giocatori.
Uno dei nostri intenti è quello di dare voce a chi il basket lo sente addosso come una seconda pelle, ecco la testimonianza dei tifosi di Rieti andati al palazzetto per festeggiare la vittoria contro Biella, dal loro forum:
"Eravamo in 150 tutti fuori dal palazzo, solo per ringraziarli, tutti felici e contenti, striscione ancora da appendere, l'ultimo sorso di spumante ed ecco che esce Gigena, già a guardarlo in faccia è tutto un programma, capiamo subito l'aria, ci attorniamo tutti intorno a lui che ci dice: scusateci ma oggi non ci alleniamo, le promesse del Presidente non sono state mantenute, vediamo il da farsi, ci dispiace per voi che oggi sieti veramente in tanti...amen.
Gelo piu' totale tra i presenti, chi se ne va sconsolato, chi ferma il coach per capire meglio la situazione. Lardo (un signore oltre che grande coach) rimane con noi per piu' di 30 minuti, dice che lui nella vita ha dei valori, sa quanto è stato difficile guadagnarsi il pane, e ha cercato di far capire ai giocatori che loro sono fortunati a fare questo lavoro, purtroppo non ci è riuscito, ieri infatti le luci erano spente e i cancelli chiusi, qualche giocatore neanche si è presentato."
A questo punto potremmo fare le solite domande: chi sta ai vertici, ha mai guardato davvero in faccia un tifoso che vede scomparire la sua squadra? è giusto far cominciare il campionato a squadre che non offrono garanzie di stabilità per l’intera stagione? i parametri usati per stabilire queste garanzie, sono sufficientemente attendibili? è giusto privare i tifosi della loro passione in nome di una stabilità economica? la Lega deve/può intervenire per aiutare le squadre in difficoltà (vedi NBA) invece di limitarsi a metterne in vendita i diritti una volta defunta?
A voi le risposte, se ne avete. Nel frattempo, speriamo di non dover assistere alla sparizione dell’ennesima piazza nell’indifferenza generale.

Per la foto, thanks to Andrea Capponi - Il blog del chicken

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