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Il nuovo gioiellino di Biella

Cartesio definì la meraviglia come "Una sorpresa improvvisa dell'anima, per cui essa si volge a considerare con attenzione gli oggetti che le sembrano rari ed eccezionali"; forse è il modo migliore per esprimere la sensazione principale che il pubblico biellese ha provato di fronte al nuovo gioiellino biellese: no, non si tratta dell’ennesimo americano sconosciuto che riesce ad impressionare tutti, ma del tanto atteso palazzetto, uno dei pochi, se non l’unico, a norma secondo i nuovi disegni di legge.

Sono anni che Biella aspetta, impazientemente, un palazzetto adeguato alla passione del pubblico cestista: i biglietti erano soliti finire in pochi giorni, talvolta ore, risultando così introvabili per quei tanti tifosi che avrebbero voluto sostenere la squadra; il Palapajetta, nonostante il calore che lo ha sempre caratterizzato, era ormai una struttura poco funzionale e ovviamente non a norma; il controllo dell’entrate era molto difficoltoso, visto la mancanza di spazi aperti destinati ai soli “paganti”: insomma, vi erano tutti i pretesti per avere un nuovo palazzetto!
Fortunatamente la città è stata scelta come sede di un enorme centro commerciale, denominato “Gli Orsi” e di un impianto sportivo al suo fianco, destinato non solo al basket, ma anche al tennis, alla pallavolo, ed ad attività extrasportive: con a disposizione 5007 posti, contro i 3000 ufficiosi del vecchio palazzetto, il PalaCoop ha una struttura molto simile al PalaVerde di Treviso, infatti è provvisto di due tribune sul lato lungo del campo, quella rossa, destinata ai numerati, e quella blu, destinata ai distinti, e due curve, ovviamente una(di colore verde) per i Dannati e la Trivero Alcolica, l’altra, di colore giallo, per i tifosi ospiti. La tribuna stampa è posta sul lato lungo del campo, davanti al parterre “vip”: tutta un’altra cosa rispetto alla precedente, addossata alla parete dove lo spazio era minimo.
E’ facile intuire che il passaggio dal piccolo fortino, soprannome tanto caro agli addetti ai lavori, a quest’opera fantastica, ha spalancato le porte al basket biellese: dopo la stagione in atto, in cui l’obiettivo è la salvezza, la dirigenza proverà a trasformarsi da provinciale in una piazza importante e i contratti pluriannali di Smith, Garri, Aradori e Jerebko, sono piccoli, o grandi segnali di questo mutamento.

Nonostante i problemi burocratici e una prima deroga, dopo 3 anni e mezzo di lavori il palazzetto ha aperto le proprie porte per la partita contro Montegranaro(e prima, per l’amichevole contro Pavia): un’emozione unica respirare quel clima, sempre lo stesso, di divertimento, di pazzia, ma in un luogo finalmente adatto a contenerlo: ogni seggiolino, dal parterre al posto più lontano dal parquet, era occupato da un tifoso rossoblu, il cui pensiero era facilmente riassumibile in stupore. La partita ha visto dominare due giovani promesse del basket: la prima, proveniente dai San Antonio Spurs, spera di poter diventare una pedina importante di Popovich e, con i progressi che ha mostrato dalla prima partita ad oggi, l’impresa a cui si accinge non pare impossibile: è James Michael Gist, 206 cm di pura dinamite; l’altra invece, è stata una bella sorpresa, visto il contributo mediocre (e non solo per colpa sua) offerto a Biella fino a quel momento; infatti, con 7/8 da 3, Pietro Aradori, il gemellino di Danilo Gallinari, ha scombussolato la difesa di Finelli, bucando addirittura per 7 volte consecutive la retina, fino all’errore a 4 minuti dalla fine che ha infranto la speranza di battere il record di McIntyre.
E’ comunque incredibile notare come tali sensazioni non erano frutto solo della vittoria contro la squadra degli ex Minard e Hunter, visto che, dopo la disastrosa prestazione della squadra nello scontro con Rieti, i decibel e la passione sono rimasti pressochè invariati all’interno della struttura: il match, dominato tatticamente da Lino Lardo, ha mostrato tutte le carenze biellesi che, imprecisa dalla lunga distanza, contro una zona aggressiva e ordinata come quella proposta da Rieti, si è fatta letteralmente dominare da Skalvos e compagni: ancora una volta il miglior biellese è stato Aradori, che sembra proprio a suo agio in un palazzetto molto più grande rispetto al precedente.
La prossima partita che ospiterà il PalaCoop sarà la più calda, per lo meno per il pubblico biellese, visto l’arrivo di Cantù, e sarà la prova del 9 per il palazzetto: riuscirà a fronteggiare una delle tifoserie più calde galvanizzata dalla squadra competitiva e a seppellire il loro tifo? La risposta sarà nota solo per le 14 di domenica 5 aprile, dopo il mezzogiorno infuocato di Sky.

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