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Roma... Che amarezza!

Per la terza volta consecutiva l'avventura Europea di Roma termina alla seconda fase del torneo: le top16. Rispetto agli scorsi anni però il risultato finale è ancora più difficile da accettare: a inizio anno (e dopo i primi risultati) sembrava infatti che la squadra fosse pronta a dare quel qualcosa di più in Europa, non necessariamente per entrare tra le prime 8, ma almeno per fare bella figura davanti alle migliori squadre del continente. Le premesse c'erano tutte: sulla carta la squadra sembrava completa, con tanto di centro fisico in grado di competere con un Pekovic o uno Smodis qualsiasi, ma, alla fine, sono emersi i limiti e le debolezze del roster.
A dire il vero la Lottomatica aveva cominciato benissimo: in regular season, dopo la prima deludente prestazione a Berlino sono arrivate 5 vittorie consecutive, compresa una in trasferta contro il Tau Ceramica. Guidati da Becirovic, gli uomini di Repesa erano addirittura primi al termine della sesta giornata, l'unica squadra del girone con 1 sconfitta; numeri da top team di Eurolega, insomma. Ma mentre si facevano faville in Europa, la squadra deludeva in campionato, e nei primi di Dicembre arrivano le dimissioni di Repesa. La società decide di puntare su Gentile, l'ex Caserta, che fino ad allora aveva ricoperto il ruolo di assistente coach. Se con Nando la musica cambia in campionato (soprattutto per la fiducia ritrovata da certi giocatori, primo tra tutti Jaaber), in Eurolega invece si comincia a soffrire. Nelle ultime 4 giornate arriva infatti solo una vittoria contro l'Union Olimpija, al termine di un tempo supplementare. Ma si riesce comunque a conquistare il secondo posto grazie allo scontro diretto col Fenerbahce.

Il sorteggio per le top16 è decisamente sfortunato: nessuna corazzata, nessun top team, ma nel girone dell'urbe capitano 3 squadre validissime e tutte con l'obiettivo di entrare almeno tra le prime 8: Unicaja, Panathinaikos e Partizan. Roma, anche per colpa di un netto calo fisico, non regge l'impatto e Gentile continua ad evidenziare i suoi limiti come coach contro squadre di primo livello europeo. Morale della favola: dopo 4 giornate (e altrettante sconfitte) la squadra è già matematicamente fuori dall'Eurolega. Ormai l'unica speranza è di uscire almeno a testa alta, ma non arriva neanche questa soddisfazione: nella quinta giornata si subisce un passivo di 35 punti contro l' Unicaja (e qui la brutta figura la fanno i giocatori), e si vince contro il Partizan nell'ultima gara, davanti a un Palalottomatica semivuoto (qui invece la figuraccia è dei tifosi).

Forse, per fare davvero quel passo in più per entrare veramente tra le grandi europee, bisognerebbe cambiare mentalità, e creare un progetto. I risultati arriverebbero, e i mezzi per realizzare questo progetto ci sono. Una cosa è certa: di questo passo difficilmente Roma riuscirà ad ambire a qualcosa di più delle top16, ma bisogna avere pazienza e, ora come ora, tifosi e società non ne hanno.


PAGELLE

GIACHETTI 5,5 impiegato poco ma, anche quando gioca più del solito, non è mai incisivo

GIGLI 6
sul piano del rendimento forse meriterebbe qualcosa di meno, ma l'impegno che ci mette in campo è commovente: a tratti sembra l'unico della squadra che veramente ci tiene a fare una figura dignitosa

BECIROVIC 5 ovvero la media tra l'8 e il 2. Spettacolare nella prima fase (eletto anche MVP del mese di Novembre) durante la quale trascina la squadra da vero leader. Poi, nelle top 16, è il primo colpevole di quasi tutte le sconfitte. D'altronde le cifre parlano chiaro: passare da una valutazione media di 22 ad una di 8,5 la dice lunga sulla sua Eurolega. Un calo dovuto anche alla stanchezza fisica, ma non è una giustificazione valida per privarlo delle sue responsabilità.

HUTSON 6,5
anche lui subisce un calo sul piano del rendimento nella seconda fase, ma comunque la sua è un' Eurolega positiva

JENNINGS 5 evidentemente impreparato per questa Eurolega

BREZEC 5+ non bisogna farsi ingannare dalle statistiche, comunque non straordinarie (10 punti e 4,5 rimbalzi di media): dannosissimo in difesa mentre in attacco fa vedere qualcosa di più ma non regge il confronto con i lunghi d'Europa (Pekovic, Batiste e Ndong in primis)

DATOME 6-
gioca al di sotto delle sue potenzialità, ma non è mai troppo negativo

DE LA FUENTE 6+
costante, solido e importantissimo per la squadra. La sua esperienza lascia il segno

JAABER 7-
esplode dopo l'esonero di Repesa. Sotto il profilo statistico potrebbe fare di più, ma si comporta da leader e gioca con grande intensità su entrambi i lati del campo.

GABINI 5
ogni tanto tira fuori qualche buona prestazione, ma non basta a cancellare le altre partite

TONOLLI, DOUGLAS
s.v.

ALL. GENTILE 4
indubbiamente il peggiore “in campo”. L'entusiasmo che ha portato ai giocatori è andato bene per il campionato, ma in Eurolega serve qualcosa di più. Perde il confronto con tutti gli altri allenatori e la squadra non gioca mai bene. Pecca d'esperienza.

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