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Le minors. Il mondo del sommerso.

Il basket del "sommerso" è un modo di dire solitamente riconducibile alla leghe minori americane o nel caso del college basketball alle piccole università senza tradizioni cestistiche particolari, in Italia lo si può applicare a un "grande" movimento che è quello Dilettantistico.
Un mondo spesso ignorato dai media, anche se fortunatamente qualcosa sta cambiando, ma vitale per l'intero panorama cestistico italiano poichè nel cosidetto "sommerso" si trovano un'infinità di giocatori in grado certamente di sorprendere se venisse loro data un'opportunità di giocare al "piano di sopra".
Volendolo paragonare a un qualcosa che il grande pubblico forse conosce meglio, lo si può definire come la vecchia CBA del basket a stelle e strisce, ovverosia squadre formate da un giusto mix di giocatori esperti che, spesso solo per un grande amore verso questo sport, scendono di categoria per avere ancora abbastanza minuti di gioco in modo da poter incidere in maniera determinante sulle partite e fare da "chioccie" a innumerevoli giovani talenti che imparano a soffrire e a sudare sui campi iniziando cosi ad avere una vera carriera agonistica durante tutta la stagione e non più, come spesso capita a livello giovanile, solo nella parte conclusiva.
A completare i roster spesso si trovano i classici specialisti di categoria che possono, essenzialmente, essere di due generi: giocatori che, pur avendo capacità tecniche elevate, si trovano in corpi "sbagliati" per i loro ruoli naturali e quindi incontriamo dei rocciosi 5 che nemmeno arrivano ai 200 cm o delle guardie alte 185 cm e queste condizioni sarebbero "handicap" notevoli nelle categorie Pro, dove la prestanza fisica sta diventando sempre più predominante; oppure giocatori tecnicamente poveri ma dotati di un cuore formato maxi che li rende spesso determinanti per l equilibrio della squadra e idoli incontrastati dei tifosi che si appassionano sempre per chi riesce a onorare la propria canotta in maniera encomiabile pur non essendo un fenomeno.
Il capitolo allenatori lo si può considerare sulla falsariga del concetto precedente, sulle panchine delle "minors" puoi incontrare coach con centinaia di panchine tra serie A e Legadue e allenatori giovani, brillanti e alle prime armi.
Per far capire la grande importanza di questo serbatoio è anche necessaria qualche cifra così da render chiaro che non stiamo parlando solo di sparute realtà disperse lungo lo stivale ma di ben 212 squadre solo considerando i 3 campionati a livello nazionale (A dilettanti, B dilettanti e C dilettanti), senza citare un ulteriore mondo che è quello dei campionati regionali, e quindi ogni week-end ci sono 106 incontri per oltre 3.000 partite di regular season e circa 400 di play-off.
Le 212 società presenti nei campionati italiani dilettanti sono distribuite in maniera omogenea lungo la penisola e vanno a rappresentare ogni genere di agglomeramento, dalle grandi città come Bari, Firenze, Torino e Verona ai capoluoghi come Bergamo, Chieti, Trapani e Trieste fino ai piccoli paesi di provincia come Albignasego, Massafra, Novellara e Salò.
Da come si può evincere la caratteristica principale di questo mondo è proprio quella di saper far convivere il tutto con il giusto mix di esperienza e gioventù, grandi realtà e piccoli centri e una cosa sola unisce tutti questi contrasti: il grande amore per uno sport meraviglioso chiamato pallacanestro!

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