1

Slam e Basket Connection sono su una testata nazionale!


Il giorno 15/8 Slam ha avuto un bellissimo riconoscimento, forse il più grande che una comunità cestistica come la nostra possa ricevere: è comparso sul quotidiano di Verona "L'Arena" fondato nel 1866 e praticamente un'istituzione dell'informazione nel nord-est Italia.
Per chi ancora non lo sapesse Slam viene dalla strada e dai playground, è cresciuto fra mille difficoltà: censure televisive (perché, diciamocelo pure, il basket in TV è palesemente censurato), problemi economici (purtroppo quasi nulla è gratis) e diatribe sul WEB (alcuni si ricorderanno quelle fra veronesi e fortitudini e fortitudini e virtussini) e in tutto questo tempo (5 anni di giornalino amatoriale più 8 come movimento principalmente sul WEB) è maturato fino ad arrivare alla ribalta delle testate nazionali.
Già, perché in passato si è parlato di noi, ma prima della pubblicazione sul quotidiano non eravamo mai apparsi su una così importante carta stampata.
Da ragazzini tagliavamo e incollavamo foto da "L'Arena" per fare Slam al fine di distribuirlo gratuitamente agli amici e a più persone possibili, ora su "L'Arena" ci siamo noi.
È stato un cammino lungo durato 13 anni fra divertimenti, gioie ma anche tante privazioni: prima di noi gli unici siti sul basket duraturi erano quelli di testate registrate; ci abbiamo messo l'anima e anche qualcosa di più: abbiamo perso anni universitari, giorni di lavoro e molto fiato per sostenere ciò che abbiamo costruito, ma tenendo duro e credendoci alla fine ce l'abbiamo fatta.
Abbiamo provato a dare una nuova concezione di basket che si potrebbe definire "open basketball": per noi ognuno ha sempre potuto partecipare, soprattutto i profani: non ci siamo mai fissati sui numeri e sulle statistiche, ma sulla bellezza del nostro sport ossia lo spettacolo e la gioia di vivere che può accumunare qualsiasi essere umano.
Sì, perché il basket non è solo un gioco, è uno stile di vita, è una poesia che ogni giorno ascoltiamo col cuore e che plasma la nostra anima.
Chi è cestista veramente lo è per tutta la vita.
Questa filosofia la si può apprezzare su Slam, sul suo forum Basket Connection ma soprattutto sul libro "Slam 2000, un'estate sotto canestro" che per troppo tempo è passato inosservato e che a dispetto della noncuranza di alcuni può essere considerato non solo un testamento morale di chi il basket l'ha fatto suo per sempre sentendolo col cuore, ma anche un manifesto per tutti i cestisti.
Per quanto concerne la Scaligera Basket Verona ci permettiamo di citare un articolo pubblicato su una testata WEB veronese il 24 novembre del 2006 dal fondatore Davide Ronca, il suo titolo è

Un sogno chiamato Scaligera Basket

Autunno 2006, la zona stadio è lugubre: è iniziato il primo freddo e ormai si deve uscire molto coperti se non ci si vuole buscare un accidente. Ad un tratto appare una costruzione imponente, che evoca grandi ricordi sportivi si tratta del Bentegodi. Lo sguardo fissa le biglietterie, si alza un po’ per scrutare l’immensità dell’impianto: quanti ricordi tornano alla memoria e quante domande sul futuro del vecio Hellas o del Chievo. Continuando a camminare, ci si imbatte in uno stabile molto più piccolo, ma denso comunque di storia e di tradizione sportiva: il PalaOlimpia. La mente allora torna indietro e cominciano i flash: un tiro da tre, un boato del pubblico, una schiacciata in contropiede… poi la brezza autunnale riporta alla realtà, il grande basket non c’è più, è morto qualche anno fa, il sogno è finito mestamente dopo un fallimento annunciato da tempo. Eppure quell’aria che si respirava al palazzetto, quel sentimento di fratellanza fra veronesi, quella sportività insita nella stessa pallacanestro, le grandi risate, le feste… sono qualcosa che rimane nel cuore. Marcelletti, allenatore che ha contribuito a fare grande Verona nell’era-Glaxo, un giorno ha detto che dentro bisogna sempre sentirsi ragazzini e che si deve guardare avanti nella vita, mai frase fu più azzeccata, soprattutto per questi malinconici giorni. La Scaligera guidata da Franco è stata protagonista di stagioni eccezionali nel basket italiano, in quel particolare momento la palla a spicchi è arrivata, per volere dei fratelli Vicenzi, dentro le scuole, dove i giocatori sono stati disponibili per dimostrazioni, dibattiti, lezioni di sport e di vita che hanno plasmato un’intera generazione. La società si è anche impegnata nel volontariato, dando una mano ai meno fortunati, Verona ha perfino tenuto a battesimo la nazionale bosniaca, rappresentante di una terra martoriata dalla guerra nell’ex-Jugoslavia, è stato questo il momento del boom cestistico, delle vittorie “impossibili”, delle sfide allo strapotere bolognese. La coppa Italia vinta dall’A2 era ormai lontana, la vittoria della Korac, fiore all’occhiello per l’intera città, sarebbe arrivata in pochi anni, ma fu in quelle stagioni indimenticabili che la filosofia veronese prese forma: il vivere il basket, l’affrontare le sfide della vita quasi cestisticamente, il sentirsi cestisti “dentro”, il voler combattere fino alla fine, il tentare imprese incredibili ormai facevano parte della personalità di tutti i tifosi; per questo il basket a Verona è sempre stato qualcosa di più di uno sport: si è trattato più di uno stile di vita che di semplice tifo. Naturalmente tutto questo è potuto accadere grazie a un entroterra molto saldo: la pallacanestro veronese vanta una storia iniziata negli anni ’30, nel 1939 fu costruito il primo campetto all’ENAL di borgo Milano; Piotto, figura mitica del basket veronese, fu fondamentale per l’introduzione della pallacanestro a Verona e infine arrivò l’era dei Vicenzi che in 20 anni portarono il grande basket nella città scaligera, per poi regalarle scontri entrati nella storia e negli albi d’oro con le migliori squadre italiane ed europee nei 10 anni seguenti. La pallacanestro veronese ha avuto anche una lunga e onorata tradizione televisiva, alimentata da Alessandro D’Errico per TeleArena e Mario Poli per TeleNuovo, per citare i due più importanti giornalisti. Particolarmente apprezzabili furono le trasmissioni settimanali “A Tutta Mash” (1998) e “Terzo Tempo” (2001) del primo e tutti i servizi dal TG gialloblù del secondo.
Il DNA cestistico negli scaligeri si vede ancora: basta fermarsi a guardare un qualsiasi playground per rendersene conto. Il complesso “Dante”, vicino a Ponte Catena, è conosciuto praticamente in tutto il Veneto e in alcune parti d’Italia, qui giocano perfino professionisti dalla B1 ed è diventato un luogo mitico per il basket outdoor nella nostra regione.
Sì, il basket nella nostra città è profondamente radicato, lo si è potuto vedere anche dall’evento “Torniamo tutti a canestro!” organizzato da Stefano Alfonsi e da Media Event, che ha portato 4000 persone al PalaOlimpia la sera di un lunedì lavorativo. Quel 2 ottobre si sono potuti ammirare i più grandi campioni della Scaligera fra cui hanno particolarmente spiccato Williams, Bonora, Galanda, Jerichow, Keys, Schoene, Gray, Bullara, Gnad, naturalmente le bandiere Dalla Vecchia, Zamberlan, Boni e altri giocatori mitici per il basket italiano come Morandotti, Moretti, Brumatti e Dalipagic, praticamente una leggenda vivente. Alla bellissima manifestazione è mancato, per impegni di lavoro, il grande playmaker Iuzzolino, il quale si è scusato con una lettera strappalacrime letta dal presentatore; Mike si è detto pronto per tornare se ci fosse bisogno di lui in futuro, come molti altri ex atleti passati per Verona. Inutile dire che la gente è rimasta entusiasta e sia su “l’Arena” che sui canali televisivi si è auspicato a gran voce il ritorno del grande basket.
Ora il silenzio è sceso sulla questione, purtroppo nei primi giorni di novembre ci ha lasciato Mario Vicenzi, una grande personalità che aveva contribuito a questo immenso sogno, non solo un dirigente e un mecenate, ma anche un vero e proprio amante dello sport. Fadini, general manager indimenticato nella città gialloblù, ricordandolo l’ha definito “Unico vero decoubertiano”, nell’intervista rilasciata a “l’Arena” qualche tempo fa ha lasciato capire che fu lui “a contagiare il fratello maggiore e tutta la famiglia nell'incredibile avventura che è stata la Scaligera Basket, dagli albori al vertice europeo”.
L’autunno è tornato e sono tornati anche i ricordi. Presto arriverà l’inverno, forse ci si dimenticherà ancora di questo grande progetto che ha portato a sognare migliaia di veronesi? La risposta è semplicemente no. Un tifoso può fare finta di niente, pur soffrendo, ma non può strapparsi il cuore dal petto, la Scaligera vivrà per sempre nel cuore dei veronesi. Ogni tanto si potrà assistere a partite da cardiopalma dell’Hellas o del Chievo, magari seguire la Marmi Lanza per vedere un po’ di pallavolo, ma il vuoto lasciato dalla scomparsa della Scaligera rimane e rimarrà per sempre, fin quando qualcuno porterà Verona al posto che le spetta di diritto da tanto, troppo tempo: la serie A.
Con questi pensieri, la prossima volta che ci si soffermerà davanti al PalaOlimpia, sarà più facile prendere un pallone e andare a giocare con qualsiasi tipo di tempo atmosferico oppure tornare a casa col sorriso sulle labbra pensando a quanto può essere spettacolare la vita, piuttosto che starsene imbambolati, ricordando un sogno di tanto tempo fa, perché questo può e deve continuare.

Lo staff

1 commento: