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Puntualizziamo - Cantù - Avellino

Vista live @ Pianella

- Partiamo dalle cose serie. L'otto novembre erano tre anni senza uno di quei piccoli tasselli che compongono il grande mosaico canturino. Vivere nel cuore di chi resta significa non morire mai. Ovunque tu sia ricordati che "la gente come noi non molla mai". Ciao Fabio.

-  Trovare un avellinese che non abbia commesso dei crimini cestistici è dura ma la prova di Ron Slay riesce a valicare ogni limite precedentemente creato. Sbaglia ogni scelta, ogni tiro, ogni aiuto difensivo. Fossimo a scuola sarebbe il primo alunno della storia a prendere un voto col meno davanti.

- Oggi Cantù ha aggredito la partita fin dal riscaldamento. La paura di affrontare l'asse Green-Johnson, con le loro caratteristiche indigeste per la difesa biancoblu, era tanta. La difesa di Cantù si è basata su concetti molto precisi: mai far arrivare Green nel cuore dell'area e quelle poche volte che succedeva Johnson veniva circondato per evitare l'assist che avrebbe poi mandato il ritmo il nativo di Chicago. L'ottima difesa di Markoishvili sul nanetto e la pessima prova di Avellino dall'arco ha fatto il resto.

- Proprio perchè Green era sorvegliato speciale, non si capisce il motivo per cui Spinelli sia stato impiegato col contagocce, visto che solo con lui in campo Avellino ha dimostrato di poter battagliare alla pari coi brianzoli. Vero, verissimo, vererrimo che dietro soffriva parecchio ma davanti per i Lupi era tutt'un'altra musica rispetto al nulla prodotto quando il puteolano stava seduto sul pino.

- Un noto coach italiano, che oggi allena all'estero, sosteneva che sopra i 210 esistono solo dei rincoglioniti baciati in fronte dall'altezza. Shermadini, nonostante una faccia che ogni giorno si fa sempre più imbarazzante, è più sveglio di Marques Green. Attivo sotto le plance, pronto a ricevere gli scarichi dei piccoli, rapido nell'aiuto e recupero, sveglio nell'adeguarsi in poche giornate al nostro particolarissimo metro arbitrale, coriaceo nel correggere i suoi errori. Fin troppo. Come quando nel primo tempo prova un passaggio schiacciato a Leunen nel cuore dell'area (grandissima lettura, se non fosse che un suo passaggio schiacciato viaggia ad un metro e mezzo da terra) e nel secondo sfida in palleggio l'aiuto di Green, che lo intercetta di testa.

- Come capirete la partita ha avuto assai poco da dire (e se non lo capite, vi basti sapere che Bolzonella ha segnato più di Basile e Marconato messi insieme, giocando un quinto del loro minutaggio), per cui chiudiamo con una nota per le due tifoserie: buon numero avellinese, aiutati dalla loro quinta colonna bergamasca. Dall'altra parte, dopo sette anni, sono tornati i cori per i giocatori. Bene così.

by the fire bug

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